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Giovedì 20 Settembre 2012 - Libertà

Englaro: il film di Bellocchio? Per menti fertili

di MAURO MOLINAROLI
Una vicenda che per anni è stata la brutta immagine di oscurantismo, una tortura per Beppino Englaro, che nell'Italia degli anni Duemila ha combattuto sulla propria pelle la battaglia per l'autodeterminazione degli individui, per una laicità vera; ma è stato con Bella addormentata di Marco Bellocchio che ha avuto la soddisfazione di essere parzialmente ripagato per non aver mai perso la ragione per vivere e per impegnarsi con un'umanità travolgente probabilmente insita nel suo Dna o derivata dal dolore che può ucciderti dentro ma anche darti la forza per andare avanti con le tue idee. Lunedì sera Englaro sarà a Piacenza insieme a Marco e Pier Giorgio Bellocchio, Alba Rohrwacher e don Gigi Bavagnoli, all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano alle 21, intervistato e sollecitato da Gaetano Rizzuto, direttore di Libertà a raccontarci sensazioni ed emozioni vissute dinanzi al film Bella addormentata. Alle 20.30 Marco e Pier Giorgio Bellocchio, Alba Rohrwacher e Beppino Englaro saranno al Politeama dove il film viene proiettato, per rispondere alle domande del pubblico presente in sala.
Del suo sconcertante dramma Beppino Englaro parlò nel libro Eluana. La verità e la vita (Rizzoli). «Se non posso essere quello che sono adesso, preferisco morire». Così aveva detto Eluana Englaro appena ventenne di fronte alla tragedia di un suo caro amico in coma. L'anno successivo, il 18 gennaio 1992, Eluana restò vittima di un gravissimo incidente stradale. La rianimazione la strappò alla morte, ma le restituì una vita assolutamente priva di senso e dignità e dal 1994 entrò in stato vegetativo permanente: stabile e senza alcuna variazione. Beppino Englaro e la moglie si sono battuti perché venisse rispettata la volontà della figlia, sempre con discrezione e senza proclami, prendendo sulle proprie spalle il dolore di molti altri genitori che, come loro, una sorte avversa ha costretto a chiedere quello che mai un padre o una madre chiederebbero.
Da quando poi la Corte d'appello di Milano, il 9 luglio 2008, ha autorizzato il padre-tutore a disporre l'interruzione del trattamento di alimentazione artificiale, l'esplosione dei dibattiti e dei ricorsi ha trasformato la vicenda di Eluana in un caso mediatico senza precedenti. Il tutto vissuto da Beppino con dolore e coraggio. Poi la morte di Eluana a Udine presso la villa "La quiete". Il silenzio e una telefonata di Marco Bellocchio verso la fine del 2009.
Come fu il contatto tra lei e il regista piacentino per «Bella addormentata», un film in cui la vicenda umana di Eluana fa da sottofondo, anche se le storie che s'intrecciano scorrono indipendenti?
«Quando Bellocchio, la cui arte è riconosciuta in tutto il mondo, mi telefonò per spiegarmi che aveva intenzione di realizzare un film sulla vita e la morte, nel quale lo spunto era la vicenda di mia figlia Eluana, gli dissi che ero particolarmente onorato e che avrei lasciato la massima libertà espressiva. Non avrei posto condizioni. Perché Marco Bellocchio è una persona di grande spessore umano, laico e con gli stessi miei ideali sul mondo e sulla politica. E poi l'arte ha un valore se è libera. Non ebbi dubbi e immediatamente, senza avere mai un ripensamento, manifestai il mio assenso e il mio consenso».
Beppino, cos'ha provato quando ha visto il film in anteprima?
«Ho visto in quelle immagini e in quelle storie un grido di libertà che sembrava il grido di mia figlia. Il film è sì legato ai tragici ultimi giorni di vita di Eluana e mentre lo guardavo ho pensato intensamente a cosa avrebbe detto mia figlia su questo lavoro: si sarebbe riconosciuta nel profumo di libertà che emana Bella addormentata. Oggi tutto il mondo può apprezzare Bellocchio, ispirato dalla nostra lunga battaglia che ha cambiato il clima culturale di un Paese. E queste cose le racconta, mettendo a nudo chi si è buttato nel mucchio solo per interessi di bottega, compresa una certa politica».
E' vero che non aveva più messo piede in un cinema dal 1992, dopo che Eluana ebbe l'incidente?
«E' vero, ma è anche vero che una vicenda come questa devasta chiunque. I drammi e il dolore hanno un peso enorme sulle vite di tutti noi e spesso le esistenze cambiano. Mia moglie è stata devastata con la malattia. La mia è stata una devastazione interiore, che mi ha mosso delle cose dentro. Comunque Bellocchio ha realizzato una grande opera e sono certo che questo film farà riflettere. E siccome solo i cittadini possono cambiare davvero le cose, questo film sarà utilissimo, arricchirà dentro le coscienze fertili e aiuterà a confrontarsi con la morte».
La sua stima nei confronti di Bellocchio è dunque aumentata, a quanto par di capire.
«Certo. Ci capiamo senza il bisogno di dirci tante cose, c'è empatia, Marco è una persona trasperente, sincera e autentica. E oggi tutto il mondo può apprezzare Bellocchio; Marco nel suo film ha il coraggio e la trasparenza di mettere a nudo attraverso le immagini, anche le proprie idee. Ha coraggio e umiltà. Le sembra poco? Non smetterò mai di ringraziarlo».

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