Lunedì 14 Giugno 2004 - Libertà
Ott, un trionfale Schumann per il Bengalli
Valtidone in musica - Folto pubblico e applausi in Fondazione. La giovane tedesca e il pianista russo ricevono anche il Premio Libertà. Il secondo posto ad Anna Khanina ex aequo con Pëtr Ovtcharov
Un concorso, tre premi (e mezzo, contando una "menzione speciale della giuria"). La corona di prima classificata al Premio Silvio Bengalli, la sezione pianistica dei Concorsi internazionali di musica della Valtidone. Poi un premio speciale per aver superato i 99 centesimi nel voto di giuria, col mostruoso punteggio di 99, 5/100; il dettaglio venale parla, in proposito, di mille euro che in aggiunta ai 4mila del Bengalli . Quindi, ex aequo col collega russo Pëtr Ovtcharov, il premio speciale di pubblico e di critica "Libertà", promosso dal nostro quotidiano.
Infine la succitata menzione, conferita "per la qualità dell'esecuzione dell'opera integrale di Liszt-Paganini"; e, per buona misura, un ingaggio per otto concerti. Mentre mieteva tutti questi allori in un colpo solo, l'altra sera nell'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, i suoi stupendi occhi a mandorla si sono inumiditi per un attimo; e c'è mancato poco che Alice Sara Ott, la stupefacente pianista di Monaco di Baviera cui questo articolo è dedicato, si sciogliesse in lacrime come una reginetta di bellezza. Sarebbe stata la più umana delle reazioni, anche perché Alice Sara ha solo 15 anni; Livio Bollani, direttore artistico dei Concorsi della Valtidone e del Valtidone Festival, ha osservato durante la cerimonia di premiazione che Martha Argerich (la somma sacerdotessa della tastiera che in questi giorni ha concesso ai suoi devoti italiani una triplice apparizione a Brescia, a Bergamo e al Conservatorio di Milano con rabbrividenti esecuzioni del Concerto di Schumann) aveva "già" 16 anni quando trionfò al Premio Busoni.
Ma Alice Sara si è subito dominata: a cerimonia finita, se ne andava in giro tranquilla e sorridente, accompagnata dalla mamma giapponese Michiko Umayama (ex pianista di professione), ringraziando con modestia per i complimenti. Il fatto è che questa giovanissima allieva di Karl-Heinz Kämmerling (il guru del pianoforte che insegna alla Hochschule di Hannover e al Mozarteum di Salisburgo), alle vittorie nelle più importanti competizioni musicali, ha fatto il callo. Il primo concorso internazionale lo ha vinto a 9 anni e da allora non ha più smesso; ed è lecito pensare che non smetterà fino a quando non avrà più bisogno di concorsi per farsi strada. Significativo, in proposito, è il fatto che una musicista che ha in già in curriculum le vittorie al Concorso Bach di Cöthen e ai Concorsi Steinway di Berlino e Amburgo, abbia avuto voglia di competere e vincere al Premio Bengalli: non si potrebbe trovare argomento più eloquente per mostrare il prestigio mondiale che i Concorsi della Valtidone (un vero "miracolo piacentino" - diciamolo: non ce ne sono poi molti altri - di intelligenza organizzativa e capacità di aggregare risorse), sotto la direzione artistica di Bollani, sono arrivati a conquistarsi nel giro di sette edizioni.
A parlarle, Alice Sara sembra il classico tipo dell'Adolescente Brava A Scuola: "Mi esercito in media sei ore al giorno - dice. "I miei compositori preferiti? Mi piacciono tutti, vale anche per i pianisti. Se ascolto anche musica pop? Sì, ma la classica è quella che non mi stufa mai. Hobby non musicali? Disegno, nuoto, leggo".
Conserva, grazie a Dio, tutta la freschezza della sua età; quando il pianista Carlo Levi Minzi, uno dei giurati, le chiede cosa l'abbia spinta a inserire in programma un capolavoro del Romanticismo più esoterico come la Romanza n. 2 di Schumann, risponde solo: "Mi piace". La travolgente esibizione della Ott in Fondazione (in una serata aperta dal primo movimento della Sonata in La minore di Schumann nell'egregia esecuzione della giovane e magnifica violinista Sara Mascagna, una gloria del nostro Conservatorio, con la pianista Mari Fujino: il duo vincitore del Premio Contessa Tina Orsi Anguissola Scotti) ha toccato davvero due opposti del Romanticismo musicale: l'estrema introversione della Romanza e l'estroversione virtuosistica e "demoniaca" dello Studio in La minore di Liszt-Paganini. Ma il pubblico è rimasto colpito anche dalla bravura dei due pianisti russi che classificatisi secondi a pari merito al Premio Bengalli: la moscovita Anna Khanina, 26 anni, si è misurata con un fine repertorio "tutto Novecento" (il Preludio e Fuga in mi minore di Shostakovich, Reflects dans l'eau di Debussy, una chicca come Rain tree sketch di Takemitsu) con un gusto e un'intensità dai pochi uguali.
E che dire dell'eleganza con cui Pëtr Ovtcharov, pietroburghese di 22 anni, ha scrostato ogni birignao da uno splendido e abusato repertorio "grand piano" come le Quattro Mazurke op. 30 di Chopin e l'"Étude - Tableau" op. 33 n.5 di Rachmaninov? Nulla, se non che il pubblico e la speciale "giuria popolare" del Premio Libertà ne sono rimasti così impressionati da conferire a Ovtcharov, a pari merito con la Ott, questo riconoscimento consegnato da Donatella Ronconi, presidente di Editoriale Libertà, che si è congratulata con questi tre grandi talenti di domani. Anzi, di oggi.
Alfredo Tenni