Martedì 17 Luglio 2012 - Libertà
Paier e Valcic: «Nel jazz e nel tango c'è libertà»
E in serata il celebre duo si esibisce nel cortile della Rocca di Borgonovo
BORGONOVO - - Un duo di world-music che travalica la formazione classica, dove la percussione e la passionalità la fanno da padroni senza togliere spazio all'improvvisazione, tra musette francese, tango argentino, danza balcanica, rock e jazz. C'è attesa per il concerto del Valtidone Festival di stasera: alle 21.15, nel cortile della Rocca di Borgonovo (auditorium in caso di maltempo), ritornano a grande richiesta, dopo il successo dello scorso anno a Ziano, il fisarmonicista austriaco Klaus Paier e la violoncellista croata Asja Valcic.
Galoppa a tutta forza, insomma, il cartellone del Festival diretto da Livio Bollani, organizzato da associazione culturale Tetracordo e Fondazione Val Tidone Musica con il sostegno di tutti i comuni coinvolti, della Fondazione di Piacenza e Vigevano, della Provincia di Piacenza, il patrocinio della Regione Emilia Romagna e della Camera di Commercio di Piacenza.
Dal canto suo, infatti, Klaus Paier è uno dei più interessanti fisarmonicisti europei. Alla domanda su quale sia stata la forma musicale ad averlo più profondamente influenzato, egli risponde: «Nel jazz e nel tango ho trovato la libertà necessaria per poter sviluppare un mio linguaggio musicale». Nonostante abbia attinto soprattutto da strumentisti come Keith Jarrett, Bill Evans, Charles Mingus e Thelonious Monk, senza dimenticare Dino Saluzzi e il Nuevo Tango di Astor Piazzolla, nelle sue interpretazioni e composizioni trovano spazio anche sonorità con radici storiche tipicamente europee, a conferma di un eclettismo che ne costituisce la cifra stilistica: dal valzer musette alla tarantella, sino alle danze bulgare. Paier, che è riuscito ad entusiasmare il suo pubblico ad ogni tournée, da Israele alla Francia, dall'Italia alla Spagna, dalla Svezia alla Polonia, come detto, a Borgonovo si esibirà in duo con la violoncellista Asja Valcic ("A deux" Cd Tour). Asja, invece, ha studiato violoncello presso l'Accademia di Zagabria, dove si è diplomata a soli 18 anni, e si è perfezionata in Massachusetts, a Mosca e in Germania. In ambito cameristico ha collaborato, tra gli altri, con G. Schulz (Quartetto Alban Berg), H. Schoneweg (Cherubini Quartet), I. Bolton (Brodsky Quartet), Bieler I. (Melos Quartet), A. Engegard (Quartetto Orlando) e T. Brandis (Quartetto Brandis); come solista, invece, si è esibita con diverse orchestre ed è stata diretta da grandi maestri tra i quali Kazushi Ono e Zubin Mehta.
La Valcic, tra l'altro, pare stia attualmente lavorando su un progetto musicale in trio con un importante violinista polacco e l'estroso pianista finlandese Iro Rantala, che, guarda caso, era tra i potenziali candidati per il cartellone di questa quindicesima edizione del Festival. Qualcosa ci dice che molto probabilmente Asja tornerà a suonare qui nell'estate 2013, quindi per il terzo anno di fila, proprio con questa nuova formazione.
A proposito del suo stile, l'anno scorso su queste pagine lo aveva definito elettrico: «Questa sarebbe probabilmente la parola corretta ma non è soddisfacente. Il mio stile appartiene ad una larga definizione di jazz, piattaforma in cui musicisti dai diversi background si incontrarono spesso improvvisando. Il jazz fu una musica di libertà di un particolare momento. Provengo però dal mondo classico, ma spesso non l'ascolto con passione, provo meno rispetto e differenti emozioni. Ho compreso che quello che mi mancava erano i ritmi groove. Ma le melodie sono molto importanti, e quelle sofisticate ancor di più. Così l'ispirazione, ormai elettrica, deriva da Pat Metheny, Renaud Garcia Fons, Weather Report, Didier Lockwood, Herbie Hancock, Keith Jarrett, Queen, Beatles ed Eurythmics».
pao. schia.