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Mercoledì 25 Luglio 2012 - Libertà

«Prosa, una polifonia di teatro e danza»

Presentata la nuova Stagione: in arrivo Paolini, Celestini, Branciaroli e Mauri

piacenza - Dieci anni di prosa e Altri Percorsi, di danza e Pre/Visioni. In una parola, dieci anni di Teatro Gioco Vita: da tanti infatti il Teatro Stabile di Innovazione cura la stagione Tre per Te del Teatro Municipale, offrendo alla cittadinanza un percorso teatrale fatto da grandi attori e compagnie sperimentali. Anche la stagione 2012/2013, allestita con Fondazione Teatri, Comune, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Cariparma e Iren, non è da meno e i nomi messi sul palcoscenico sono quelli di Marco Paolini e Ascanio Celestini, Franco Branciaroli e Glauco Mauri, Tato Russo e Pippo Delbono nei cartelloni di prosa e di Altri Percorsi e di Riccardo Buscarini, compagnia Abbondanza/Bertoni e Balletto Civile di Michela Lucenti per quanto riguarda Teatro Danza.
Questi dunque i principali protagonisti della prossima stagione che il direttore artistico Diego Maj e l'assessore alla cultura del Comune di Piacenza Tiziana Albasi hanno presentato ieri in municipio (con loro anche la responsabile dell'ufficio stampa di Teatro Gioco Vita Simona Rossi) e che si caratterizza per riconferme e novità.
Tra le prime c'è innanzitutto la consuetudine di proporre la formula "tripartita" fra il teatro classico del cartellone di prosa, le esperienze di innovazione di Altri Percorsi e i linguaggi originali della danza contemporanea di Teatro Danza, a cui si unisce anche la conferma del cartellone Pre/Visioni con le collaborazioni con la Società Filodrammatica Piacentina, la compagnia "Diurni e Notturni" di Lucia Vasini e il liceo "Gioia". Confermato anche, alla sua seconda edizione, il Festival di teatro contemporaneo L'altra scena che in ottobre porterà al "Filo" e per la prima volta anche al palazzo ex Enel alcune compagnie di ricerca come il Teatro dell'Argine, Scena Verticale, Crt (Centro di ricerca per il teatro), i Sacchi di Sabbia, Menoventi e il Teatro I.
Rappresenta invece una novità la possibilità di una rateizzazione degli abbonamenti che prende il via l'11 settembre e che prevede la possibilità di versare una parte della quota al momento della sottoscrizione e il resto entro dicembre.
«In tempi di crisi come quelli attuali abbiamo pensato anche a questa possibilità per venire incontro alle esigenze del pubblico - ha spiegato Diego Maj - anche se quello piacentino non ci ha mai fatto mancare la sua presenza». A testimoniarlo sono i numeri, già resi noti da Libertà: 1.696 sono stati gli abbonamenti della scorsa stagione per 151 spettacoli, 60 compagnie ospiti e 73 titoli, a cui si aggiungono i 33 progetti di InFormazione Teatrale (che "replica" con altrettanti percorsi educativi e formativi spiegati da Simona Rossi). E quest'anno non sembra essere da meno: solo considerando Tre per Te nei teatri piacentini approderanno 29 compagnie con 31 titoli e 38 recite.
«Da anni Piacenza va nella direzione di un teatro inteso come servizio pubblico attraverso costi contenuti e collegamenti alle scuole e alla formazione», ha commentato l'assessore Albasi. «La rassegna è una polifonia di note di qualità che cerca di non essere penalizzata malgrado le difficoltà attuali».
«Nella prosa proponiamo un testo del primo ‘900 russo come Quello che prende gli schiaffi di Glauco Mauri, il teatro dell'assurdo di Ionesco con La cantatrice calva diretto da Massimo Castri e Servo di scena con un istrionico Branciaroli, oltre a Un tram che si chiama desiderio, il ritorno di un grande affabulatore come Paolini, il premio Ubu 2011 Romeo e Giulietta di Valerio Binasco, La modestia di Luca Ronconi e un classico pirandelliano con il mattatore Tato Russo», ha spiegato Maj. «In Altri Percorsi ci sono Celestini e la compagnia "Marcido Marcidoris", lo spettacolo The history boys che ha fatto incetta di premi Ubu e la compagnia di Delbono, oltre alla comicità musicale di Duel. Infine nel cartellone di danza tornano il piacentino Buscarini, Michele Abbondanza e Antonella Bertoni e il Teatro Civile già applauditi l'anno scorso».

Betty Paraboschi

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