Domenica 15 Luglio 2012 - Libertà
Madonna della Bomba riaperta
Don Bosini: «Invitiamo medici a tenere conferenze per gli ospiti». Emergenza caldo Grazie ad uno sponsor torna a funzionare il centro diurno per anziani
La mano generosa di uno sponsor privato ha permesso la riapertura del Centro diurno della Madonna della bomba, che negli anni scorsi affiancava i servizi comunali per l'emergenza caldo. La sala ricreativa, con accesso da via Rosa Gattorno, funziona già da qualche giorno e continuerà, spiega il responsabile dell'istituto don Giorgio Bosini: «fino a settembre grazie al contributo spontaneo dell'impresa edile Nettuno di Piacenza». Al centro «dove si era creato un ottimo clima» affluiscono, al momento, circa cinquanta anziani, autosufficienti, provenienti dalla città e persino da altri territori comunali».
La frequenza va dal martedì al sabato, nei pomeriggi dalle 14.30 alle 18.30 e l'assistenza è svolta direttamente dall'istituto che ha incaricato due animatrici. «In precedenza era gestita da una cooperativa pagata dal Comune (10mila euro), il contributo quest'anno è venuto a mancare»; è uno dei tanti effetti, aveva ricordato l'assessore comunale alle Politiche sociali Giovanna Palladini, dei tagli dello Stato verso gli enti locali.
«Non solo briscole e non solo danze al centro - lancia un appello il sacerdote -: vorremmo organizzare incontri o conferenze, per esempio, con medici specializzati in temi riguardanti la terza età, ma i professionisti dovrebbero prestarsi gratuitamente, di soldi non ne abbiamo». I costi "vivi" riguardano gli stipendi degli animatori e l'impianto di condizionamento. «Noi siamo ben disposti verso l'ente pubblico - precisa -, vorremmo stabilire una sinergia ma dovrebbe venirci incontro almeno pagandoci la bolletta energetica per il riscaldamento e il raffrescamento», la condizione potrebbe favorire il funzionamento del servizio per tutto l'anno, in passato reso possibile da contributi economici elargiti anche dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano e provenienti dall'8 per mille.
L'esperienza del centro diurno era nata con un obiettivo oggi ormai sfumato: «Volevamo dare un'occasione di socializzazione agli ospiti della Casa albergo, un incontro fra interni e coetanei che vivono all'esterno - dice don Bosini -, ma questo reparto è fisiologicamente scomparso, nel senso che i nostri ospiti sono tutti non autosufficienti. Oggi, di fatto siamo una "casa protetta"» conclude il sacerdote. Gli ospiti sono pressocché tutti ultra novantenni, dunque la nuova situazione comporterà per l'istituto Madonna della bomba ulteriori interventi di adattamento della struttura, con conseguente riduzione degli spazi e necessità di nuove risorse economiche.
Intanto, i frequentatori del diurno hanno scritto a Libertà per ringraziare pubblicamente lo sponsor che ha favorito la riapertura del centro e lo stesso don Bosini per aver messo a disposizione i locali.
Maria Vittoria Gazzola