Domenica 29 Luglio 2012 - Libertà
In fuga da dolore e solitudine nella colonia trovano l'affetto
Sono 24 orfani bosniaci ospiti a Massa Carrara
FIORENZUOLA - Se chiedi loro qualcosa della famiglia, allargano le braccia. Lo fanno perché non conoscono la nostra lingua e si esprimono a gesti. Lo fanno per stare forse a significare rassegnazione e assenza. Ma lo fanno anche perché quelle braccia aperte non aspettano altro che stringerti. Sono 24 i ragazzi e bambini bosniaci accolti in questi giorni alla colonia che la parrocchia di Fiorenzuola gestisce a Marina di Massa.
Provengono dall'orfanotrofio Dom Porodica della città bosniaca di Zenica (grande quanto Fiorenzuola e distante un'ora di auto da Sarajevo). Sono in Italia grazie all'impegno di "Fiorenzuola oltre i confini" e ai contributi della Fondazione di Piacenza e Vigevano e della parrocchia. Con i ragazzi bosniaci in colonia - diretta per questo turno dal dottor Franco Meneghelli - ci sono anche alcune famiglie fiorenzuolane.
Gli sguardi di diverse generazioni e di persone di età differenti si incontrano; si intrecciano abbracci. «Mi adotti? » chiede con il suo sguardo dolcissimo Amra, che lo scorso anno (sempre ospite della colonia) nemmeno parlava e che invece ora cerca contatto fisico, sorride e pronuncia qualche parola nella nostra lingua. Ha vent'anni, ma sembra una bambina. C'è voluto del tempo perché uscisse dallo shock: a soli tre anni ha assistito alla morte della madre, a Srebrenica. La sua mamma prima subì uno stupro, poi venne sgozzata. Amra conobbe uomini che erano bestie. Ora, grazie ad esperienze come la casa famiglia di Zenica e il soggiorno alla colonia fiorenzuolana, sa cosa significa l'amore. Alla sera Amra e tutti gli altri cantano: intonano struggenti canti popolari bosniaci, ma anche "Sono un italiano" di Toto Cotugno.
«A tavola come in ogni momento della giornata - testimonia la cuoca Patrizia Mattaliano di Lugagnano - i ragazzi sono disponibili ed educati, generosi. Si vede che sono abituati a collaborare nella loro casa famiglia». In questi giorni hanno preparato anche uno spettacolo teatrale, con l'aiuto del regista Walter Portesi, in soggiorno alla colonia. Si tratta di sketch autoironici sul tema "Una scuola speciale" che i ragazzi metteranno in scena domani, di fronte a Luigi Danesi, presidente di Fiorenzuola oltre i confini, che li raggiungerà in colonia. A fine mese i ragazzi torneranno a Zenica ma dopo una settimana 23 volontari della Diocesi di Piacenza saranno con loro in Bosnia. Il legame è costruito. Le braccia di questi ragazzi non saranno più vuote. Loro sono: Dzenita, Uma, Adna, Zineta, Mahira, Ajka, Samira, Nedeljka, Alma, Azemina, Amela, Fahrudina, Osman, Sanel, Asmira, Vjeko, Elmira, Irdina e Sandra: quest'ultima sarà anche interprete per il gruppo piacentino in Bosnia ad agosto. A seguire i ragazzi, le educatrici Enisa Herceg (con la figlia Lamija) e Erna Beganovic.
d. men