Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
  Rassegna Stampa
spazio
  Comunicati Stampa
spazio
  Eventi Auditorium Piacenza
spazio
  Eventi Auditorium Vigevano
spazio
  Comunicazione
spazio

 
Home Page     Rassegna Stampa   


Domenica 17 Giugno 2012 - Libertà

Incanto di note indiane con il Trio Namaste

"Musiche nuove a Piacenza": folto pubblico e calorosi applausi in Fondazione

piacenza - Nonostante i l'inizio dei Venerdì piacentini, l'auditorium della Fondazione si è riempito anche per l'ultimo appuntamento della prima parte della rassegna Musiche nuove a Piacenza. Protagonista era il Trio Namaste, capitanato da Lorenzo Missaglia, docente di flauto al "Nicolini" e araldo della musica contemporanea, Elena Casoli alla chitarra e Federico Sanesi alle tablas, percussioni indiane.
Il concerto è iniziato con i soli flauto e chitarra in una composizione di Terry Riley, uno dei grandi del minimalismo americano. Francesco en Paraiso, un brano lirico caratterizzato da stilemi quasi bachiani, dedicato a un amico dell'autore morto di aids, ha ceduto il passo a Canción Desierto, basato su una affascinante melodia indiana in cui all'inizio la chitarra ha prodotto particolari suoni percussivi, e di cui Quijote (terzo brano) ha proposto una serie di Variazioni.
Uno scroscio di applausi ha accompagnato Toward the Sea, commissionata al grande compositore giapponese Toru Takemitsu nel 1981 da Greenpeace per la campagna "Salviamo le balene": musica sensuale ed evocativa, che si rifà a Moby Dick di Melville tramite una dimensione spirituale, che è stata ben sottolineata dagli interpreti.
Sul palco è poi subentrato il tablista Sanesi per interpretare Lou Harrison: spicca, in particolare, Avalokiteshvara (1964), basato su un Modo coreano, è intitolato al Buddha della compassione, colui che salvare tutti gli esseri viventi. A seguire un'improvvisazione per tabla sola di grande impatto ed infine L'aube enchantée di Ravi Shankar, straordinaria composizione basata sui Modi del raga Todi. Per questo brano il trio è divenuto un quartetto con l'aggiunta di Anna Barbazza alla tamboura, antico strumento a corde indiano.
Come ha spiegato Max Marchini, coordinatore della rassegna, il grande maestro di sitar Ravi Shankar ha contribuito in modo determinante alla conoscenza dell'antica musica classica indiana in Occidente tramite i Beatles, con i quali strinse una profonda amicizia. Per questo, tra l'altro, in India si inimicò la casta braminica, gelosissima delle antiche tradizioni veliche. Il brano è iniziato con una sezione lenta e meditativa che si è ben presto trasformata in una sezione di Variazioni dal ritmo crescente. Todi, del resto, viene raffigurata come una donna bella e gentile, "il bel corpo eretto come un loto bianco, e delicata come una goccia di rugiada stillante", con in mano una vina (una specie di sitar), circondata da cervi nel folto della foresta.
Applausi e ringraziamenti da parte del folto pubblico. Presenti anche i musicisti che hanno contribuito alle precedenti serate come Paolo Tofani, Camillo Mozzoni, Marco Alpi e Gianluca Piacenza, che ha chiesto a Marchini una promessa per un ritorno a settembre con nuovi appuntamenti.

Eleonora Bagarotti

Torna all'elenco | Versione stampabile

spazio
spazio spazio spazio
spazio spazio spazio