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Giovedì 7 Giugno 2012 - Libertà

Musiche nuove, ai Teatini le note di Berio

Domani sera concerto dell'Ensemble 900 Musica diretto da Camillo Mozzoni

piacenza - La rassegna Musiche nuove a Piacenza, coordinata da Max Marchini e promossa dall'Associazione Novecento con Comune ed il sostegno di Futura Informatica e Fondazione di Piacenza e Vigevano, prosegue domani alle 21 nella Sala dei Teatini, con ingresso gratuito.
Protagonista della performance l'Ensemble 900 Musica, sotto la direzione di Camillo Mozzoni, che presenta una visione assai ampia della musica contemporanea, dapprima con An Idyll for the misbegotten di Crumb, composta nell‘85 per flauto amplificato e percussioni. L'opera rivela un concetto di natura centrata sull'elemento umano, ormai il più illegittimo del pianeta. L'antico senso di fratellanza che pervadeva il rapporto tra uomini e animali sta gradualmente degenerando.
L'Ensemble 900 Musica è composto da Lorenzo Missaglia al flauto, Camillo Mozzoni all'oboe (e direttore), Darko Jovanovic al clarinetto, Eleonora Bagarotti all'arpa, Wim Janssen alla viola, Marco Decimo al violoncello, Daniele Sacchi, Giovanni Baffi e Stefano Borin alle percussioni. In scena ci sarà anche una delle protagoniste più apprezzate del panorama lirico nazionale: il mezzosoprano Anna Maria Chiuri.
Il concerto proseguirà con la Sequenza VII per oboe solo di Luciano Berio, Rhythm Song per tre percussionisti di Smadbeck (uno dei più bei brani scritti per marimba solo, in cui confluiscono vari elementi jazz, della musica latina, africana e Gamelan balinese) e Der Kranke mond dal Pierrot lunaire op. 21 per voce e flauto di Schoenberg. Un brano, quest'ultimo, ritenuto centrale nella musica del secolo scorso, che Schoenberg compose nel 1912. In questa composizione, l'autore utilizza per la prima volta la tecnica dello "Sprechgesang" (canto parlato).
Luciano Berio è uno dei nomi più importanti della musica contemporanea. Erede di Schonberg e dei dodecafonisti, con Boulez, Stockhausen, Xenakis ed altri rappresenta le tensioni e la genialità delle Avanguardie del Novecento. L'interesse che le Folk Songs - "cuore" del concerto ai Teatini - sono in grado di suscitare è soprattutto relativo al fascino che le melodie e i canti rituali provenienti da antiche tradizioni hanno avuto sull'autore. Si tratta di canti arcaici e misteriosi, tramandati oralmente, di generazione in generazione, che Berio ha saputo scrivere con uno sguardo coltissimo e raffinato, pur mantenendosi fedele allo spirito delle canzoni in questione. Uno dei leit-motiv è proprio il forte legame tra avanguardia e tradizioni musicali, con una dose di sperimentazione mai fine a se stessa.
I brani sprigionano suggestioni fascinose e disparate: dall'Armenia (Loosin yelav) agli Stati Uniti (Black is the colour, I wonder as I wander), dall'Azerbaijan (Azerbaijan love song) alla Francia (Malurous qu' o uno fenno, Rossignolet du bois).
Nel 1964 Berio scrisse per la moglie, lo straordinario mezzosoprano Cathy Berberian, queste composizioni, divenute poi uno dei fiori all'occhiello della sua produzione. Scrisse il compositore: «Ho sempre provato un senso di profondo disagio ascoltando canzoni popolari (cioé espressioni popolari spontanee) accompagnate dal pianoforte. É per questo, e soprattutto per rendere omaggio all'intelligenza vocale di mia moglie Cathy, che ho scritto le Folk Songs per voce e sette esecutori (flauto/ottavino, clarinetto, due percussioni, apra, viola, violoncello). Si tratta, in sostanza, di un'antologia di undici canti popolari (o assunti come tali) di varia origine (Stati Uniti, Armenia, Provenza, Sicilia, Sardegna ecc.) trovati su vecchi dischi, su antologie stampate o raccolti dalla viva voce di amici. Li ho naturalmente interpretati ritmicamente e armonicamente in un certo senso, quindi li ho ricomposti. Il discorso strumentale ha una funzione precisa: suggerire e commentare quelle che mi sono parse le radici espressive, cioé culturali, di ogni canzone».

Stefania Nix

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