Mercoledì 13 Giugno 2012 - Libertà
Con Paolo Tofani la musica diventa slancio spirituale
L'artista e monaco in Fondazione per "Musiche nuove a Piacenza"
Momenti del concerto di Paolo Tofani in Fondazione nell´ambito della rassegna "Musiche nuove ...
piacenza - Pochi si ricordano di lui, pochissimi lo conoscono ma quei pochi … Paolo Tofani (Firenze, 1944) è infatti figura leggendaria nel panorama musicale italiano per quello che ha fatto. Ma anche per quello che avrebbe potuto fare e non ha fatto o ha svolto in altra dimensione. Tofani, dopo sperimentazioni di altissimo livello e notevoli successi con band rivoluzionarie come gli Area, si fece addirittura monaco (Hare Khrisna) per poter perfezionare nel silenzio l'amatissima musica. L'incontro con Tofani nell'ambito della rassegna Musiche nuove a Piacenza - coordinata da Max Marchini, organizzata in collaborazione con l'associazione culturale "Ensemble ‘900 musica", Futura informatica e sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano - testimonia la vivacità del contesto locale.
Contributo disciplinare - stupendo, eccentrico, inimitabile - e vicenda esistenziale di Tofani si collocano in un contesto dilatato nel tempo, ancor più nello spazio. Seguace del John Cage (1912-92) sostenitore della "musica indeterminata e aleatoria", Tofani in Italia fra '60 e ‘70 è stato personaggio emblematico nel breve ma intenso periodo beat, nella sulfurea stagione progressive nonché nel rock alternative elettronico tuttora in evoluzione.
Nell'esibizione piacentina Tofani ha dato un saggio dell'alchemica capacità di manipolare e personalizzare certi strumenti «come il sintetizzatore "Buchia" forse unico in Italia, un moog per pochi, la chitarra acustica - ci ha detto Marchini - e la "Tricanta vina", chitarra a tre manici, che unisce le possibilità microtonali della musica indiana a quelle occidentali grazie a risuonatori che rendono le armoniche più ampie. Tutti questi strumenti vengono poi filtrati da computer».
Al pubblico dell'auditorium della Fondazione, piuttosto numeroso, intendeva mostrare profondo misticismo e immensa spiritualità della musica soprattutto indiana. Tofani è un carismatico, quasi un guru: seduto per terra, veste turchese, capo rasato e piccola treccia, ha indubbiamente affascinato gli ascoltatori. «L'improvvisazione per me - ha detto - è meno emotiva ma più dilatata. In India hanno maggiore libertà, si proteggono di più dalla ripetizione». Passaggio, un pezzo eseguito, è da intendersi come «evoluzione di suoni che ci dovrebbe ricordare diversi passaggi in un ciclo che non finisce mai. In questo ciclo di vita c'è un aspetto di eternità e siamo noi». Non sono mancate alcune personalissime ma suggestive posizioni filosofiche: «L'Io è capace di passare attraverso gli elementi temporali perché il corpo è temporale».
Immancabile un riferimento all'amico e sodale Demetrio Stratos (1945-79): «Fu veramente speciale, ci sono stati momenti di grande fratellanza e, se vogliamo, di profondità fra di noi. Su di lui e sulla sua vita ci furono molte ipotesi scientifiche e fantascientifiche». Toccanti le parole lette alla fine per ricordarlo perché «l'intensità dell'amore può vincere temporaneamente la morte».
Fabio Bianchi