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Venerdì 29 Giugno 2012 - Libertà

Quei maestosi fiati tra note appassionate

A Sarmato successo per la Banda della Guardia di Finanza, notte da ricordare

SARMATO - Grandi musiche e interpretazioni eccellenti tra legalità e solidarietà. Ecco cosa ci ha regalato mercoledì sera il Valtidone Festival facendo tappa a Sarmato, nel prato di Piazza Roma incorniciato delle mura del castello medievale. La Banda Musicale nazionale della Guardia di Finanza ha dato prova della sua poliedricità e del prestigio mondiale di cui gode offrendo ad una platea gremita di oltre mille persone (e una folta rappresentanza di autorità del territorio) un'ora e mezza di arie celebri e melodie magistralmente arrangiate, non senza qualche sorpresa, attraverso due secoli di storia della musica colta, dall'Opera Buffa italiana alla Zarzuela spagnola, da Rossini ad Hans Zimmer, passando per Ruperto Chapì e i colori del Sudamerica di Arturo Marquez.
Il suono maestoso dell'orchestra di fiati, diretta con secca energia dal maestro tenente colonnello Leonardo Laserra Ingrosso, ha entusiasmato anche se in formazione ridotta (mancavano i raddoppi rispetto ai 102 elementi dell'organico completo), percorrendo un programma svariato che ha celebrato degnamente i 15 anni del Progetto-Musica della Valtidone. Un cammino virtuoso, cui il direttore artistico Livio Bollani ha dedicato dal palco parole accorate: «Un percorso straordinario, reso possibile dall'unione dei Comuni della vallata, dal calore del pubblico, dal fondamentale sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e di altre realtà, tra cui Fondazione Libertà. Senza questa squadra non avremmo mai potuto vedere i Manhattan Transfer in questa stessa piazza e non potremmo sostenere i concorsi musicali nazionali più frequentati d'Italia, che avviano giovani talenti dal mondo a carriere brillanti».
Marzia Foletti - volto noto di Telelibertà e, nell'occasione, squillante e puntuale maestra di cerimonia - ha lodato il successo di una serata tanto speciale invitando sul palco anche il sindaco di Sarmato, Anna Tanzi: «Un concerto voluto caparbiamente - ha detto - per lanciare un messaggio di rigore e legalità facendo cultura: sta a ciascuno di noi rendere migliore questo Stato». Nella serata, inoltre, sono state raccolte offerte per i terremotati dell'Emilia, valore aggiunto per un evento salutato con gratitudine anche dal comandante provinciale della Gdf, colonnello Maurizio De Panfilis, e dal generale Raffaele Romano. Al termine, tanti omaggi: sono state donate targhe a De Panfilis e Romano e fiori a Laserra, cui sono andati pure un gagliardetto e un libro fotografico da parte degli Alpini di Sarmato, alcuni prodotti artigianali ugandesi di Africa Mission e un "bottiglione dell'Unità d'Italia" in arrivo dalla Pro Loco, che ha premiato tutti gli orchestrali con libri di storia locale e una bottiglia di vino delle nostre vallate.
Tornando al concerto della Banda, baciato da applausi scroscianti, ha appassionato dalla prima all'ultima nota.
Ecco l'ingresso scenografico della selva di pennacchi degli orchestrali in livrea verde, i saluti di rito e la festosa Marcia d'ordinanza di Antonio d'Elia. Poi, una tromba ha intonato il silenzio: un minuto di raccoglimento per il carabiniere scelto Manuele Braj appena ucciso in Afghanistan. Da quel momento, tutto è stato un inebriante profluvio di flauti, clarinetti e trombe dolci e canterine, tromboni vivaci, flicorni arzilli e paffuti e percussioni rutilanti, dalla viva limpidezza de Il barbiere di Siviglia ai toni spettacolari e grandiosi del finale del secondo atto dell'Aida verdiana, con squilli di chiarina e una chiosa trionfale da batticuore. Epica e solenne la progressione sulle musiche de Il gladiatore di Zimmer, ricco e stupefacente l'arrangiamento jazzato del Libertango di Piazzolla, estroso e passionale. Affascinante, focosa, cantabile e fluente l'incursione nella Spagna di Ruperto Chapì con El Tambor de granaderos e nel Messico di Arturo Marquez, la cui "calientissima" Danzòn n. 2 è a buon diritto chiamata da molti «il secondo inno nazionale messicano».
Bis affidato ad un toccante e poderoso Nessun dorma di Puccini. "Buonanotte" sulle note dell'Inno di Mameli, tutti in piedi. E chi legge potrà dire se sia stato di buon auspicio, per il match europeo di Varsavia ma anche per quello di Bruxelles.

Paolo Schiavi

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