Lunedì 11 Giugno 2012 - Libertà
Musica da camera, moderna e godibile
Valtidone Festival: inizio azzeccato con The Jubilee string quartet a Castel Mantova
di FABIO BIANCHI
Un inizio azzeccato indica molto, lascia presagire moltissimo. E la 15ª edizione consecutiva - traguardo importante non fosse altro che per il numero dei concerti organizzati - del Valtidone Festival, uno dei componenti del Progetto musica della Valtidone, non poteva esordire in modo migliore. Nella pittoresca location di Castel Mantova, vicino a Campremoldo Sotto in Comune di Gragnano, davanti ad un folto pubblico si è infatti esibito The Jubilee string quartet. Il concerto inaugurale della sempre più seguita manifestazione rientrava nella sezione "Valtidone classica" e infatti il gruppo era composto da quattro giovani ma più che promettenti musiciste di formazione rigorosamente classica: la violista Stephanie Edmundson, la violoncellista Lauren Steel, le violiniste Tereza Privratska e Alanna Tonetti-Tieppo.
Nato nel 2006 presso la Royal Academy of London dove tuttora si perfeziona, The Jubilee string quartet ha in breve ottenuto prestigiosi riconoscimenti internazionali - concorso per quartetto d'archi della Royal Academy (2006), John Barbirolli prize …. - non ultima l'aggiudicazione del premio "Tina Anguissola Scotti" nell'ambito dei "Concorsi Valtidone" dello scorso anno. Ripresentare questo quartetto a pochi mesi di distanza significa allora per gli organizzatori garantire continuità di metodo e di stile ma soprattutto ribadire l'importanza di questa manifestazione e dei relativi riconoscimenti anche sul piano internazionale.
Dopo l'introduzione di Andrea Barocelli, Sindaco di Gragnano, il direttore artistico del Festival Livio Bollani ha sottolineato come «queste ragazze siano uno dei migliori gruppi da camera in circolazione ora in Europa. Stanno andando avanti a furia di borse di studio. Sono giovanissime con un'età compresa fra i 21 e i 24 anni. Ne sentiremo senz'altro ancora parlare negli anni futuri».
Quindi, nel suggestivo contesto di un raccolto cortiletto di un fortilizio minore dove le piante cascanti hanno accentuato la piacevolezza della serata, le brillanti ragazze in elegante abito nero hanno eseguito pochi ma selezionati pezzi per dimostrare quanto ancora moderna e godibile sia certa musica classica.
Per primo il Quartetto op. 20 n. 4 di uno specialista della musica per questo tipo di formazione, Franz Joseph Haydn (1732-1809), poi Langsamer Satz di Anton Webern (1883-1945), infine il Quartetto op. 80 n. 6 di Felix Mendelssohn Bartholdy (1809-47).
Immancabile il bis finale, American op. 96 di Antonin Dvorak (1841-1904), a suggellare una serata magica dove a concerto concluso non sono mancati i sinceri apprezzamenti da parte dell'attento pubblico. Le quattro musiciste hanno dimostrato tutto il loro precoce talento e in ogni pezzo hanno profuso identica sensibilità e tecnica raffinata nella perfetta intonazione. Soprattutto hanno implicitamente confermato come il quartetto d'archi abbia un significato e un peso ben precisi nell'attuale panorama della musica classica europea. Infatti nella loro performance emergevano un altissimo senso cameristico, una profonda sintonia e un affiatamento ammirabile sicché le note sono state trasmesse con assoluta naturalezza. Quasi fosse un gioco, un divertimento, proprio come era nello spirito originario del quartetto d'archi, nato a metà del XVIII secolo più che altro per assecondare ed esaltare all'estremo armonia e timbro di certi virtuosi.
Prossimo appuntamento di spicco per il Valtidone Festival sabato 16 giugno, ore 21.15, quando all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, via S. Eufemia 12, verrà assegnato il premio "Libertà".