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Mercoledì 15 Agosto 2012 - Libertà

Giovanni Pascoli, poeta dei nostri emigrati

PIACENZA - Non soltanto il poeta del "fanciullino", ma un intellettuale consapevole delle problematiche del suo tempo e un autore profondamente innovativo. Nell'anno pascoliano, celebrato in tutt'Italia nella ricorrenza del centenario della morte del grande poeta vissuto tra Romagna e Toscana, la Fondazione di Piacenza e Vigevano organizza un ciclo di tre incontri, attraverso i quali riscoprire un Giovanni Pascoli diverso da luoghi comuni purtroppo ancora diffusi, quali retaggi scolastici.
La formula adottata prevede in ciascun appuntamento un'introduzione a cura di padre Stelio Fongaro, seguita dalla lettura di alcune significative opere di Pascoli affidata alla voce di Salvatore Dattilo, pioniere in passato di una ripresa delle Lecturae Danctis, spesso tenute all'aperto, in spazi pubblici, sempre davanti ad affollate platee. Proprio l'amore per la poesia è all'origine della nuova iniziativa: «La ricorrenza del centenario pascoliano nella nostra città stava passando troppo sotto silenzio» osserva Salvatore Dattilo. «Insieme a padre Stelio Fongaro si è dunque pensato a un trittico di incontri tematici che vorremmo potessero configurarsi come un'occasione per presentare un Pascoli diverso dallo stereotipo rimasto magari impresso dalle scuole elementari. Giovanni Pascoli fu invece un poeta straordinario da riscoprire nella vera veste di uomo di cultura, attento alla questione dell'emigrazione e alle problematiche dell'epoca».
Gli incontri saranno ospitati nell'auditorium di via Sant'Eufemia il giovedì, con inizio alle ore 17.15. L'11 ottobre si parlerà di Pascoli, il suo mondo e la sua poetica, prendendo in esame i versi di X Agosto, Gesù e ulteriori componimenti. Il 18 ottobre verrà affrontato l'argomento Pascoli poeta dell'emigrazione storica italiana, con riferimento a testi quali Italy, La grande proletaria si è mossa e Nannetto, per terminare il 25 ottobre con Pascoli poeta bilingue, analizzando, tra gli altri, il poemetto Thallusa, scritto nel 1911 e pubblicato postumo nel 1912.
Presentato in concorso al Certamen poeticum Hoeufftianum, indetto dall'Accademia reale olandese delle arti e delle scienze, fu premiato con la medaglia d'oro, notizia che giunse al poeta ormai sul letto di morte. Il centenario pascoliano può essere l'occasione anche per visitare di persona le località legate alla vita del nostro illustre connazionale, le cui case a San Mauro Pascoli (Forlì-Cesena), dove nacque nel 1855, e a Castelvecchio di Barga (Lucca), dove riposa dal 1912 in una cappellina, sono state trasformate in museo. Il sito della Fondazione Pascoli di Castelvecchio (www. fondazionepascoli. it) consente di ripercorrere la vita del poeta, di consultarne online le opere e di approfondirne la conoscenza tramite un'articolata bibliografia.

Anna Anselmi

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