Sabato 18 Agosto 2012 - Libertà
«Sport e musica, un inno alla vita»
Incontro con i responsabili di "Batuta" e con l'alpinista Roberto Merli
FERRIERE - Lo striscione con la scritta "Move your body, stretch your mind" campeggia in bella vista all'ingresso della Casa Montagna di Ferriere: muovi il tuo corpo, allena la tua mente. Ma certe volte, aprire la propria mentalità significa possedere la chiave per evadere da un mondo di costrizioni sociali. Che lo si faccia prendendo in mano un violino o facendo una corsa sulle montagne, il risultato è lo stesso: da una parte c'è l'impegno della Fondazione Batuta - che con la musica salva i giovani colombiani dalla miseria e dalla delinquenza - mentre dall'altra c'è lo sport, il mettersi in gioco fisicamente. Due modi per educarsi a una vita sana, alla bellezza, a una vita di pace: se n'è parlato giovedì pomeriggio a Casa Montagna in un incontro con i responsabili della Fondazione Batuta - il maestro Julian Lombana e la coordinatrice della Via dei Concerti Liliana Velasquez - e l'alpinista Roberto Merli che insieme a Sergio Ravoni ha presentato il suo libro "Nel vento a perdifiato".
L'esempio più lampante è proprio quello dei ragazzi dell'orchestra internazionale La Via dei Concerti, nata sull'embrione dell'esperienza Batuta, che nelle ultime settimane ha colorato Ferriere con la sua musica. «In Colombia ci sono grandi differenze sociali per un paese immensamente ricco: la classe media è molto ridotta e l'80% della popolazione sta nelle mani del restante 20%» spiega la Velasquez, mostrando un video sulle condizioni di disagio delle popolazioni. «Ma se c'è una grande povertà, ci sono anche dei giovani molto talentuosi. Io stessa mi sono emozionata visitando la Fondazione Batuta e ho cercato di darmi da fare: grazie ai contatti con il direttore di Casa Montagna Carlo Devoti, li abbiamo portati a Ferriere ed è nata la Via dei Concerti, che oltre a salvare i giovani dal disagio li mette in comunicazione con altri ragazzi di tutto il mondo». Proprio l'orchestra internazionale - composta in gran parte dai 76 colombiani della Orchestra Sinfonica Giovanile del Valle del Cauca, oltre ai 23 italiani della Orchestra Sinfonica del Conservatorio Bonporti di Trento e a diversi musicisti di conservatori di Turchia, Ungheria, Spagna - da Ferriere si è mossa in questi giorni per la sua tournèe che li porterà a esibirsi anche a Roma, Milano, Metz e Madrid.
Tra il pubblico, c'è chi - come la professoressa Dina Bergamini - raccoglie le suggestioni da questi racconti di povertà e di speranza e lancia l'appello perché «anche nelle nostre montagne si trovi il coraggio di rinascere e di impegnarsi per sopravvivere: fino a non moltissimi anni fa, anche qui si viveva nelle stesse condizioni della Colombia; ora è il momento di darsi da fare anche qui».
E parlando di montagne, chi le conosce molto bene è Roberto Merli: di professione geometra, già scalatore circa dieci anni fa del Mulkilà IX in India con il Cai di Piacenza, da 43 anni non smette di divertirsi con lo sport «in quella bellissima palestra che è la Natura». Nel suo libro, presentato da Ravoni che condivide la stessa passione per l'alpinismo, vengono così esaltati valori come il silenzio, la fatica («mia compagna carissima») e la capacità di soffrire («ogni salita per me è un regalo»). Un modo di vivere sano, equilibrato, per conoscere se stessi e - purtroppo - così lontano dalle mode e dalla mentalità delle nuove generazioni. «In Italia c'è un approccio sbagliato allo sport - aggiunge Carlo Devoti - poiché non c'è rispetto delle naturali inclinazioni dei giovani».
Cristian Brusamonti