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Martedì 29 Maggio 2012 - Libertà

Pratolini, nuova idea di società

Conferenza sull'autore di "Cronache di poveri amanti"

piacenza - Il percorso nel realismo della letteratura italiana del Novecento, proposto dal docente Salvatore Mortilla all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano è approdato la scorsa volta alla stagione del neorealismo nel secondo dopoguerra, presentato attraverso le pagine di Cronache di poveri amanti di Vasco Pratolini, pubblicato dalla casa editrice Vallecchi nel 1947.
Alternando la lettura di alcuni brani del romanzo con la proiezione delle corrispettive scene contenute nella trasposizione cinematografica diretta da Carlo Lizzani nel 1954 e interpretata da Marcello Mastroianni (l'antifascista Ugo) e Antonella Lualdi (Milena, appena sposata ad Alfredo, il cui pestaggio da parte degli squadristi farà da detonatore per tante situazioni), Mortilla ha focalizzato un'interpretazione in chiave utopica dell'opera di Pratolini. «Il libro è attraversato dall'idea di una nuova società basata sull'amore reciproco, sull'aiuto dimostrato dagli uni verso gli altri» ha evidenziato Mortilla.
Il romanzo è ambientato a Firenze nel ventennio dell'ascesa del fascismo, in una strada effettivamente esistente nel quartiere tra Santa Croce e gli Uffizi. Qui si trova la popolare via del Corno, dove si consuma la semplice quotidianità dei personaggi che affollano il volume: «Viene descritta la vita banale di una via che sembra riprodurre le logiche di un paese. Tutti spettegolano, si conoscono e si vogliono comunque bene, con l'unica eccezione di coloro che incarnano appunto il male. Questa visione utopica di amore comunitario era anche politicamente connotata, nel senso dell'adesione all'ideologia comunista. Pratolini sosteneva dunque la necessità di rifondare la società a partire dall'eros, ossia dall'amore che nasce all'interno della coppia per poi espandersi all'esterno, coinvolgendo l'intera collettività».
Il titolo non a caso è Cronache di poveri amanti. «Ci furono critici che accusarono l'autore di aver scritto un romanzo rosa, mentre il libro non lo è assolutamente». Tra le dinamiche affrontate dallo scrittore, emerge forte la dialettica tra macro e microstoria. «Un famoso precedente sono I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni e dopo Pratolini avremo l'esempio importante di Elsa Morante con La storia (1974), interessati a cogliere il rapporto tra le vicende della povera gente e la Storia con la "s" maiuscola. Tutti e tre concordano sul fatto che l'irrompere della grande storia distrugge, colpisce, affonda. Per Manzoni però esiste un modo per proteggersi, affidandosi alla Provvidenza. Pratolini ha invece una prospettiva laica e propone quale soluzione la solidarietà umana».

Anna Anselmi

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