Sabato 19 Maggio 2012 - Libertà
Con il Fai a Villa San Raimondo. L'antica dimora della famiglia Fioruzzi risale al XVIII secolo
Domani torna l'iniziativa di "Giardini aperti": visite guidate e mostra d'auto d'epoca
piacenza - Domani torna l'iniziativa "Giardini aperti", promossa dal Fai (Fondo ambiente italiano) e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, per andare alla scoperta di alcune delle aree verdi più interessanti progettate in città e provincia.
In questa edizione, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 17 (ingresso gratuito), la meta sarà, grazie alla disponibilità dei proprietari, la famiglia Fioruzzi, il parco di Villa San Raimondo a Pittolo, dove si susseguiranno visite storiche e botaniche.
Nel pomeriggio, dalle 15, l'appuntamento si arricchirà con l'esposizione di auto d'epoca, allestita in collaborazione con Cpae e Gmt, mentre alle 17.30 è prevista una conversazione con Paolo Lanati, ingegnere, già progettista di motori per Alfa Romeo, che si soffermerà sulle caratteristiche dei modelli in mostra. Al termine, verrà offerto un aperitivo in giardino (al coperto in caso di maltempo).
Introdotto da un lungo viale di tigli, il complesso di San Raimondo è ricordato almeno dal XVIII secolo, quando già apparteneva ai nobili Fioruzzi. L'edificio padronale, dall'aspetto semplice e imponente, si sviluppa su una pianta a U, con i rustici costruiti poco lontano nel 1857, periodo al quale risalgono anche alcune aggiunte al corpo principale. Il disegno attuale del parco si deve principalmente a Luigi Ghezzi (1870-1923), vivaista e giardiniere piacentino che prediligeva soprattutto lo stile romantico del giardino all'inglese. Tra le sue realizzazioni, Letizia Anelli e Silvano Locardi, del Gruppo Fai giovani, citano: i giardini del Castello della Bastardina, di villa Ricci Oddi a Bruso, di Villa Nasalli Roca a Godi Ducale, di villa Margherita ad Alseno, di villa Vignola a Fiorenzuola e del Belfiore di San Giorgio, precisando come a Pittolo siano riconoscibili le cifre caratteristiche del lavoro di Ghezzi, come la grande aiuola centrale coltivata a prato "che apre la visuale verso tre direttrici disposte a raggiera" e "percorsi sinuosi che conducono a boschetti insoliti, cambiamenti di livello, montagnole costruite ad arte per simulare un paesaggio naturale dominato dalla casualità".
Le stesse essenze messe a dimora - proseguono Anelli e Locardi - costituiscono una firma del giardiniere, con "le conifere, le specie esotiche, le macchie arbustive estese e gli alberi ad alto fusto disposti in piccoli gruppi". Tra gli alberi spiccano un platano secolare, un antico tasso, un abete greco dalla forma frastagliata, una "magnifica" sofora "dai rami sinuosi ed eleganti che sfociano in un fogliame delicato e leggero" e, nella corte agricola, un gelso nero.
Anna Anselmi