Sabato 19 Maggio 2012 - Libertà
Gianni Degli Antoni, piacentino, un Grande della scienza
Dalla prima pagina
Gianni Degli Antoni è un italiano che, insieme a pochi altri illustri colleghi, ha fondato una branca della Scienza. Quale scienza? La scienza dell'artificiale. E questo è stato il suo primo grande insegnamento.
E' giusto dire e fare capire a tutti, specie i più giovani, quale è stato il contributo di questo uomo alla nascita e alla crescita della scienza dell'informazione, la scienza dell'artificiale. Viviamo oggi in un mondo in cui ogni aspetto della vita intelligente è coinvolto dall'informazione. Non esiste più un sistema dove l'uomo deve operare con la propria intelligenza che non sia completamente avvinto dall'informazione.
Artificiale: l'etimologia è "fare con arte". L'arte è stata nei secoli il mezzo primario con cui l'uomo ha proiettato fuori di sé i suoi bisogni più profondi, i suoi desideri, le sue paure. Oggi il suo posto è stato preso dalla scienza dell'informazione, e con essa l'uomo proietta le sue idee e plasma di nuovo un mondo nuovo, un mondo virtuale, con tutto il suo carico di grandezza e delirio.
Come è avvenuto questo, è presto detto: le idee e la parola hanno generato tutto; chi ha assistito alle lezioni nei primi anni ‘80 alla Facoltà di Scienze dell'Informazione di Milano avrà riconosciuto l'idea e le parole del suo primo grande insegnamento.
Quella Facoltà nacque con l'aiuto di pochi ma buoni sostenitori e contro l'opinione di molti benpensanti del tempo. E, nonostante tutti, fece il botto: chiunque ha vissuto quegli anni ricorda le aule magne strapiene; i corsi a turni mattutini, pomeridiani e serali; le fotocopie dei libri di testo statunintensi; le code alla biblioteca e sulle macchine; le aziende che pescavano i migliori studenti al termine delle sessioni di laurea. L'Italia usciva appena da un momento di grande crisi, e la Facoltà di Scienze dell'Informazione di Milano apriva mille opportunità e per ognuna mille modi diversi per percorrerle.
L'idea guida di quella Facoltà fu quella di coniugare insegnamenti di eccellenza, apertura al mondo industriale e software libero. L'evento nuovo fu che l'esperimento funzionò e i laureati italiani cominciarono a popolare il mondo della ricerca e del lavoro, in Italia, in Europa, nella Silicon Valley.
A Milano seguì dopo qualche anno la fondazione della Facoltà di Informatica di Crema, su un solco già tracciato. Qui la sfida fu ripetuta e vinta di nuovo.
C'è un segreto che Gianni Degli Antoni nasconde che gli ha consentito questi raggiungimenti?
Noi riconosciamo in lui un preciso centro di gravità nella sua vita professionale, una forza che ha sempre conformato i suoi obiettivi quotidiani: ricercare, diffondere e suscitare conoscenza. E la costante determinazione nel lasciare libero sfogo a questa forza.
Ovvio che in questo modo non ci si lascia dietro solo amici, e che occorre essere pronti a sfide frontali anche aspre, senza reticenze e timori reverenziali nei confronti della scienza ufficiale, dei sostenitori di luoghi comuni, del mercato, della politica.
Oggi ancora un insegnamento ci deve Gianni: quale sarà la Civiltà della Post-Informazione dopo la Società della Informazione. Come si coniugherà la decrescita che ci attende con i bisogni dell'Uomo di essenzialità, armonia con l'ambiente e benessere. Quale ruolo avrà l'Informazione nel futuro dell'Uomo. Il cammino non è terminato e vogliamo ancora essere accompagnati.
Nicola Contardi