Giovedì 17 Maggio 2012 - Libertà
Malinconici virtuosismi per duo
Applausi alla violoncellista Gattoni e al pianista Piacenza. Fondazione - Si è aperta con Kodály, Shostakovich e Pärt la stagione classica di "Musiche nuove"
piacenza - Certa musica può essere classica eppure inconsueta. Lo si coglie pienamente all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano nel primo appuntamento con il repertorio colto contemporaneo della rassegna "Musiche nuove a Piacenza" (coordinata da Max Marchini e organizzata in collaborazione con Associazione Culturale Novecento, Futura Informatica, Comune ed il sostegno della stessa Fondazione). Il tutto, con un fonico entrato a far parte del mito: Corrado Faccioni.
Personalmente, non ricordo di aver ascoltato, in anni recenti nella nostra città, un programma che annoverasse allo stesso tempo brani di Kodály, Shostakovich e Pärt. A proporre l'impegnativo percorso, la nota violoncellista Ornella Gattoni, accompagnata dal pianista Gianluca Piacenza.
Max Marchini introduce la serata soffermandosi sul contesto storico-sociale dei compositori, ciascuno dei quali si è mosso lungo il proprio percorso di ricerca, partito dalle melodie arcaiche di tradizione orale (Kodály) e giunto ad abbracciare lo stile modernista francese. Una sopresa, in tal senso, la piacevole Sonatina: un mondo di accadimenti e viaggi, espresso con struggenti sonorità grazie all'intensità del violoncello di Ornella Gattoni, strumento vivo e dall'animo ferito.
Con Shostakovich, musicista russo che visse in pieno regime stalinista, le note della Sonata op. 40 esplodono di entusiasmo rivoluzionario, con spruzzate di jazz che si avvicinano al più estremo Stravinskij. Molto ampia la cantabilità iniziale, con apertura seriale di cupe progressioni, giocate in forma dialogica tra i due strumenti. La voce principale si alterna e, nel concerto, se è il violoncello di Gattoni a levarsi sul resto, il virtuosismo pianistico di Piacenza non è da meno. Vortici di ritmiche, nel Secondo Movimento, si rincorrono veloci, poi si arriva a un'atmosfera soffusa che sfocia in vera e propria cupezza di bassi.
Un'improvvisa dolcezza giunge infine come affresco d'orizzonte dopo un temporale. Chiude il tutto un andamento incalzante, in cui il ritmo insegue il suono e viceversa, in una corsa a perdifiato.
Il richiamo del violoncello in Arvo Pärt (Fratres), basato su progressistici cromatismi, è affascinante. Bagliori in cui l'impeto ormeggia in un risveglio di sonorità. Gli accordi del pianoforte sono limpidi mentre sul violoncello impazzano ossessive manciate di semicrome.
Il minimalista Pärt, celebre per la trasparenza emotiva delle sue opere, sembra dirci che dietro il novecentesco risveglio post-bellico, ancora sanguinano le ferite. Finché un sussurro, come sempre, consola.
Il Gattoni Piacenza Duo, richiamato più volte in scena dagli applausi, ha proposto come bis una rigogliosa Danza del fuoco di Manuel De Falla, ad accompagnarci tutti negli ardori cangianti di una notte di maggio.
Il prossimo appuntamento classico con la rassegna "Musiche nuove a Piacenza" si terrà lunedì 21 maggio alle 21 all'Auditorium della Fondazione: protagonista il duo composto dal pianista Marco Alpi e dal violonista Marco Rogliano (da Zanella a Poulenc, con ingresso gratuito).
Eleonora Bagarotti