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Mercoledì 16 Maggio 2012 - Libertà

La letteratura tra realtà e punto di vista soggettivo

Ne ha parlato Salvatore Mortilla in Fondazione nel primo incontro di un ciclo di conferenze

piacenza - E' possibile o no tradurre l'esperienza in scrittura, trasferendo sulla pagina quanto sperimentato nel mondo reale? Sulla risposta a questa domanda si è incentrato all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano il primo incontro del ciclo "Raccontare la realtà", a cura di Salvatore Mortilla, in una conferenza di carattere introduttivo che ha anticipato i temi che verranno affrontati nelle successive lezioni monografiche sugli Indifferenti (1929) di Alberto Moravia, Cronache di poveri amanti (1947) di Vasco Pratolini e Come Dio comanda (2006) di Niccolò Ammaniti. Tre titoli scelti come particolarmente significativi di stagioni diverse del realismo nella letteratura italiana del Novecento: gli anni Venti-Trenta, quando si affermò una tendenza rappresentata anche da Gente in Aspromonte (1930) di Corrado Alvaro, Tre operai (1934) di Carlo Bernari o Fontamara (1930) di Ignazio Silone; il neorealismo, di cui Mortilla ha evidenziato l'apporto di Vasco Pratolini, «lo scrittore più interessante rispetto al discorso che volevo affrontare», e lo scenario contemporaneo: «Sintetizzando, emergono due posizioni opposte, quella del critico Giulio Ferroni che nel saggio Scritture a perdere afferma che la letteratura oggi è morta, in quanto gli scrittori si rivelano incapaci di cogliere la realtà, limitandosi al più a imitare i reality o la cronaca, mentre Vittorio Spinazzola sostiene l'esatto contrario. Per lui la letteratura italiana odierna è una realtà viva, che si esprime anche in un nuovo movimento, il "New Italian Realism", nel quale rientrerebbero le opere di Roberto Saviano, Ammaniti di Come Dio comanda e Mario Desiati (Il paese delle spose infelici). Tra questi ho scelto di trattare proprio Ammaniti nell'incontro conclusivo così che il pubblico possa farsi un'idea personale sul lavoro dello scrittore romano, sul quale il giudizio di Ferroni e di Spinazzola era specialmente divergente».
L'excursus generale ha cercato di fornire una risposta al quesito iniziale: «Il realismo in letteratura può essere raggiunto, mai però come una fotografia pura. La pagina - ha sottolineato Mortilla - risente infatti del punto di vista dell'autore. Del resto, lo stesso fotografo ha la libertà di variare l'inquadratura e altri parametri. Il titolo della lezione, "Realtà distorte", fa appunto riferimento ai filtri con i quali lo scrittore guarda il reale. Per cui, esisterà sempre una dimensione soggettiva, con la quale fare i conti, da vedere non come un limite, in quanto consente all'artista di selezionare le situazioni più probanti».

Anna Anselmi

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