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Mercoledì 25 Aprile 2012 - Libertà

Che cosa si potrebbe fare con i capitali della Fondazione

L'OPINIONE

di MAURO PEVERI
Ho seguito il dibattito sviluppatosi intorno alla proroga o meno dei vertici della Fondazione di Piacenza e Vigevano e francamente non l'ho trovato appassionante.
Trovo invece singolare che il dibattito sulle cose che potrebbero essere fatte con i capitali della Fondazione sia prossimo allo zero.
Tutti affermano che c'è la crisi, che bisogna intervenire, che bisogna fare qualcosa, ma quando si parla di ricette, soluzioni: il deserto; alcuni genericamente affermano che bisogna rilanciare gli investimenti e ridurre il carico fiscale, ma non dicono con quali risorse, altri che bisogna diminuire le spese, ma non dicono quali.
Faccio questa proposta.
La Fondazione di Piacenza e Vigevano al 31.12.2010 in teoria possedeva un patrimonio contabile di euro 400.000.000 (vedi ultimo bilancio approvato).
Il patrimonio era investito sinteticamente in (fonte bilancio / nota integrativa 31.12.2010):
•Obbligazioni per euro 197.365.907,85 il cui valore di mercato evidenziava una perdita potenziale di 45.864.663,95.
•Partecipazioni azionarie per euro 128.273.123,66, il cui valore di mercato / patrimonio netto di pertinenza evidenziava una perdita potenziale di 21.169.705,83, che con con le ulteriori perdite registrate dalla Banca del Monte di Parma potrebbero salire a oltre 40 milioni. Infatti la Banca del Monte di Parma ha chiuso gli ultimi tre bilanci con perdite di euro 15,1 milioni (2009), euro 60,1 milioni (2010) che, senza la contabilizzazione di imposte anticipate di euro 16,8 milioni sarebbe stata pari a euro 76,9 milioni e euro 57,1 milioni (2011 - fonte progetto di bilancio 31.12.2011), che, senza la contabilizzazione di imposte anticipate di euro 16,4 milioni sarebbe stata pari a euro 73,5 milioni. Quindi negli ultimi tre anni la Banca del Monte di Parma ha perso ufficialmente euro 132,3 milioni o euro 165,5 milioni, senza l'effetto imposte anticipate.
•Fondi di Private equity per euro 17.220.506,39, il cui valore di mercato evidenziava una perdita potenziale di 4.899.323,46.
•Uno Swap Fresh Monte Paschi il cui fair value evidenziava una perdita potenziale di 6.157.540,50
•Polizze per euro 37.180.217,60 il cui valore di mercato evidenziva una perdita potenziale di circa 1.017.000
•Liquidità e immobili da reddito per euro 8.000.000.
Le perdite potenziali complessive sugli investimenti effettuati al 31 dicembre 2010 erano dunque quasi 80.000.000, senza considerare le ulteriori perdite 2011 della Banca Del Monte di Parma, cioè oltre il 20% del patrimonio netto, che ammontava a euro 392.133.714,04.
Vedremo, non appena saranno disponibili, i risultati del bilancio 2011.
Tralasciando l'opportunità o meno delle scelte d'investimento effettuate in questi ultimi anni e gli effetti che le stesse avranno sul Patrimonio disponibile possiamo osservare come la Fondazione, in larga misura, non abbia investito le risorse sul territorio.
Proviamo allora a elaborare un'ipotesi alternativa di come i fondi disponibili potrebbero essere investiti effettivamente sul territorio, avendo come obiettivi irrinunciabili, da un lato, lo sviluppo economico e, dall'altro, la "sicurezza" e un "rendimento costante" dei capitali investiti, che consentano alla Fondazione di conservare il patrimonio e di continuare a svolgere il proprio ruolo istituzionale: erogazioni per il settore cultura, sanità, terzo settore in genere, ecc.
Nella Provincia di Piacenza, nonostante la crisi, ci sono realtà produttive importanti e, nello stesso tempo, la posizione strategica della città può richiamare investimenti da parte d'imprenditori non localizzati sul nostro territorio, se opportunamente incentivati.

Finanziamento delle realtà produttive locali
Tra la Fondazione e le imprese locali più dinamiche potrebbe essere stipulato un accordo che preveda, indirettamente, il finanziamento di un programma d'investimenti che abbia i seguenti obiettivi: l'aumento degli occupati, la razionalizzazione dei costi, la ricerca, l'aumento della qualità dei prodotti, lo sviluppo di nuovi mercati, il miglioramento delle condizioni ambientali locali.
Le modalità tecniche per far affluire i finanziamenti alle imprese dovrebbero, ovviamente, tener conto degli obblighi statutari che la Fondazione deve rispettare.
Per esempio gli Istituti di credito locali potrebbero fungere da intermediari, mettendo a disposizione della Fondazione e delle aziende interessate la loro operatività in termini di prodotti finanziari utilizzabili. Una soluzione tecnica semplice e poco costosa potrebbe essere la seguente: la Fondazione dovrebbe sottoscrivere uno o più prestiti obbligazionari emessi dalle Banche locali; le risorse generate dalla sottoscrizione dei prestiti obbligazionari dovrebbero affluire obbligatoriamente, sotto forma di finanziamenti a medio / lungo termine, alle imprese. Le imprese dovrebbero utilizzare i finanziamenti ricevuti per lo sviluppo aziendale: penetrazione di nuovi mercati, studio e realizzazione di nuovi prodotti, ecc. Ovviamente le obbligazioni bancarie dovrebbero essere emesse a tassi contenuti e lo spread applicato dalle Banche sui finanziamenti erogati dovrebbe essere limitato.
Per evitare speculazioni e conflitti d'interesse, i finanziamenti, oltre all'approvazione degli Istituti di Credito erogatori, dovrebbero ricevere anche il "consenso" della Fondazione, attraverso la creazione di un comitato interno preposto alla verifica e approvazione dei piani d'investimento proposti, che dovrebbe essere composto anche da professionisti esterni indipendenti.
A garanzia della buona riuscita del piano d'investimenti, del rimborso dei prestiti obbligazionari e dei finanziamenti erogati, le aziende dovrebbero aprire il consiglio di amministrazione e il collegio sindacale a consiglieri e revisori indipendenti, sul modello delle aziende quotate in borsa, che dovrebbero fornire relazioni periodiche alla Fondazione, alle Banche e alla società civile. I Consorzi fidi presenti sul territorio potrebbero partecipare alla realizzazione dei prodotti finanziari citati, fornendo le garanzie accessorie necessarie per aumentare la liquidabilità e la sicurezza dei titoli emessi.

Attirare investimenti d'imprenditori non localizzati sul territorio
Potrebbe essere creata un'agenzia locale o essere affidato un incarico a un'agenzia esterna, che abbia i requisiti professionali necessari, che pubblicizzi, sui mercati nazionali ed esteri, la possibilità di ottenere finanziamenti e agevolazioni di vario genere per le aziende che volessero aprire una sede operativa nella Provincia di Piacenza, copiando per esempio quanto viene fatto in alcuni cantoni svizzeri. Quest'Agenzia, con il concorso operativo della Fondazione, degli Enti pubblici: Comune, Provincia, Regione, Camera di Commercio, dovrebbe creare una corsia preferenziale per l'insediamento delle nuove realtà produttive mediante la ricerca dei terreni, il rilascio di Licenze, autorizzazioni, ecc..
Dovrebbero naturalmente essere favorite le imprese che operano in settori tecnologicamente avanzati, ad alta intensità di lavoro e con personale qualificato, che possano dialogare proficuamente con il Polo Universitario.
Anche in questo caso dovrebbero essere richieste tutte le garanzie previste per monitorare, controllare e verificare l'attuazione dei piani approvati e finanziati.
Con la realizzazione di questo modello di sviluppo la Fondazione investirebbe in modo più sicuro e redditizio il proprio patrimonio, potendo contare sulla capacità degli Istituti di Credito locali di far fronte ai propri impegni e ottenendo le risorse finanziarie necessarie (interessi) per finanziarie le attività istituzionali. Le banche locali avrebbero la liquidità necessaria, oggi così difficile da reperire, per finanziarie le imprese locali e avrebbero maggiori garanzie di restituzione dei finanziamenti erogati, avendo la possibilità di monitorare, momento per momento, gli investimenti effettuati sul territorio, ripartendo il rischio su un numero elevato d'investimenti, unitariamente limitati, oltretutto in certi casi garantiti (Consorzi fidi). Le imprese piacentine avrebbero la possibilità di finanziare lo sviluppo aziendale. La società civile potrebbe usufruire degli investimenti effettuati sul territorio in termini di maggiori posti di lavoro, maggiore sicurezza aziendale e miglioramento dell'ambiente.

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