Martedì 1 Maggio 2012 - Libertà
Ravel per voce e strumenti: i colori della musica formano un arcobaleno
Successo ai Teatini per la cantante Bridelli, con Missaglia, Decimo e Alpi protagonista di "Allegro con brio" per i 250 anni dalla nascita di Nicolini
piacenza - "Suoni, colori - e, aggiungiamo noi - voci dalla Francia". Non poteva essere più evocativo il titolo del concerto che si è svolto l'altro pomeriggio nella splendida cornice della Sala dei Teatini di Via Scalabrini e che appunto, era dedicato al repertorio cameristico francese dell'Otto e Novecento, con un particolare riguardo all'opera di Jean Françaix, del quale quest'anno ricorre il centenario dalla nascita.
L'appuntamento, che rientrava nella rassegna "Allegro con brio", manifestazione organizzata dal Conservatorio di Piacenza in collaborazione con il Comune, la Fondazione Teatri di Piacenza, la Camera di commercio e la Fondazione di Piacenza e Vigevano per celebrare i 250 anni dalla nascita del compositore piacentino Giuseppe Nicolini, ha visto protagonisti il mezzosoprano Giuseppina Bridelli, il flautista Lorenzo Missaglia, il violoncellista Marco Decimo e il pianista Marco Alpi. Quattro artisti di grande calibro, che sono stati presentati in apertura dal presidente del Conservatorio Daniele Cassamagnaghi.
L'elegante e ricercato gusto della musica francese, di cui parlava il titolo, si è potuto apprezzare già dal primo dei brani in programma, il Prèlude a l'apres-midì d'un faune per flauto e pianoforte di Claude Debussy. Brano flautistico per eccellenza, che chiama l'esecutore a soffuse sonorità alternate a preziosi virtuosismi. Superfluo sottolineare come Missaglia, uno dei più straordinari flautisti in circolazione, ne abbia esaltato le infinite sfumature, quei "colori", appunto, evocati dal titolo del concerto. Colori che sono proseguiti, ancor più esaltati, con il brano successivo, La flute enchantée da "Sheerazade"di Maurice Ravel per voce, flauto, violoncello e pianoforte. E poi, sempre per la medesima formazione, con le tre Chansons madècasses dello stesso Ravel: Nahandove, dolce canto d'amore, la vigorosissima Aouà! e Il est douce. Davvero notevole, per capacità interpretative, timbrica ed espressività, la voce della Bridelli.
Breve ma di grande impatto emotivo, grazie alla deliziosa interpretazione di Marco Decimo, la Sicilienne op. 78 per violoncello e pianoforte di Gabriel Faurè.
Ma il brano forse più spettacolare, ovviamente senza nulla togliere alla bellezza delle composizioni precedenti, i protagonisti lo hanno riservato alla fine, con il Trio per flauto, violoncello e pianoforte scritto da Jean Françaix. Quadripartito, il brano di Françaix è un piccolo caleidoscopio di infiniti colori, tutti da scoprire. Brioso l'Allegro di apertura, infinitamente dolce il secondo movimento, con il morbido dialogare tra il flauto e il violoncello stupendamente ripreso dal pianoforte di Alpi. Virtuosismo a piene mani, poi, nel breve ma difficilissimo Scherzando, con flauto, violoncello e pianoforte seriamente impegnati a macinare note a grande velocità, prima di concludere con la Transition finale.
Bravissimi tutti gli interpreti. Ma la particolarità del concerto sono stati i profumi, le sensazioni, il gusto, la raffinatezza e le sonorità del Paese d'oltralpe che i quattro musicisti hanno saputo rendere al pubblico. Proprio come se fosse stato in Francia.
Mauro Bardelli