Mercoledì 2 Maggio 2012 - Libertà
Nanopolveri al "top" sul lungo-Po e dentro l'auto
Primi risultati della ricerca Leap sul particolato ultrafine
Sul lungo-Po, all'altezza del Laboratorio Leap che ha sede nella ex Centrale Emilia, le polveri ultra-fini possono arrivare al ragguardevole livello di 45mila particelle per centimetro cubo, fermandosi al tetto di 20mila nel caso del Parco di Montecucco che sta a Sud, inoltre scopriamo che nell'abitacolo dell'auto in movimento, a finestrini chiusi, il loro valore schizza in alto e se ne respirano molte di più che andando in bici o salendo su un autobus. Sono le prime risultanze di un complesso studio scientifico, il progetto "Upupa" (Ultrafine Particles in Urban Piacenza Area) commissionato al Laboratorio Leap - di cui ieri il presidente Stefano Consonni ha ampiamente illustrato le molte attività - e presentato in Fondazione, l'istituto di via Sant'Eufemia lo ha infatti finanziato. In proposito, il presidente Giacomo Marazzi ha spiegato che a questa e ad altre ricerche l'ente ha destinato in pochi anni 900 mila euro.
La novità dell'indagine scientifica risiede anzitutto nell'oggetto: non si sono misurate le classiche e note Pm10, il particolato fine che a Piacenza è già ampiamente fuori legge con 81 sforamenti sullo Stradone Farnese (all'anno) rispetto ai 35 ammessi dalle direttive europee, bensì le polveri ultrafini, mille volte più piccole e mille volte più pericolose perché la loro struttura spugnosa veicola altri veleni sino negli anfratti più profondi delle vie respiratorie.
L'intervento dei ricercatori del Leap (Politecnico di Milano) Giovanna Ripamonti e Stefano Signorini ha messo a fuoco gli esiti della ricerca condotta con sofisticati strumenti mobili: dal Pubblico Passeggio a via IV Novembre, dallo Stradone Farnese a viale Dante, sia a piedi che in auto e in bus (linee 16 e 17). Mentre i colleghi Giovanni Lonati e Senem Ozgen hanno "fotografato" la situazione delle polveri finissime in due postazioni fisse: quella allestita presso il Leap in via Nino Bixio, sul lungo-Po, e quella del parco di Montecucco, al capo opposto della città, a Sud.
Fermiamoci, qui, alle indagini mobili effettuate in due settimane dei mesi di luglio e di settembre dello scorso anno. Succede che di mattina - quanto l'inquinamento si rivela più alto - il valore di 16.700 particelle per centimetro cubo "acchiappate" dai rilevatori montati a zaino e portati da addetti in bicicletta, diventano 22.500 sull'autobus e 41mila in macchina. Per la verità, in altri studi europei questi valori appaiono più omogenei e tanta variabilità andrà ulteriormente indagata. Sorprende invece che il particolato più grossolano, le Pm 10, è agli stessi livelli nei tre casi, con un picco sui bus a causa forse dei residui di una cattiva combustione che con la continua apertura delle porte penetrano nel vano. In quanto ai valori assoluti, le nanopolveri adorano il traffico, come in viale Dante e Stradone Farnese, e a distanza da aree movimentate decadono, è il caso delle piste ciclabili specie se separate (tipo via IV Novembre) dal piano di scorrimento delle auto.
Patrizia Soffientini