Martedì 1 Maggio 2012 - Libertà
Elena Sichel dal Bauhaus a Rauschenberg e Warhol: l'arte del '900 senza segreti
Nell'interessante incontro alla Fondazione
piacenza - Il viaggio nella cultura statunitense, che Elena Sichel sta conducendo all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano attraverso gli appuntamenti del ciclo sull'arte americana tra '800 e '900, si è soffermato la volta scorsa sul secondo dopoguerra, in quei due decenni che sanciscono definitivamente per New York il ruolo di capitale artistica, sottraendo lo scettro a Parigi. Uno spostamento di baricentro sul quale influì - ha evidenziato Sichel - l'alto numero di intellettuali esuli per motivi politici fin dagli anni '30 dall'Europa sotto il tallone nazista. Architetti quali Walter Gropius, il fondatore del Bauhaus, e Mies Van der Rohe, tra i pionieri del movimento moderno internazionale, ma anche una collezionista come Peggy Guggenheim, di origine ebraica, moglie di Max Ernst e appassionata soprattutto delle opere dei surrealisti.
Nel 1941 l'eccentrica ereditiera americana tornò in patria, dove aprì uno spazio espositivo, la galleria The art of this century, frequentata da coloro che si affermeranno come i maggiori esponenti dell'espressionismo astratto. Sichel ha passato in rassegna l'attività di: Arshile Gorky, ispirata alla tragedia del popolo armeno, di cui era stato testimone nell'infanzia; Jackson Pollock, affascinato dai totem e dai disegni degli indiani navajo con i quali era venuto in contatto da bambino in Arizona, prima di trasferirsi in California e, dopo il 1929, a New York, dove svilupperà la tecnica del dripping in una pittura in cui l'atto del dipingere si trasforma in una danza rituale; Willem de Kooning, con la sua predilezione per la figura femminile, deformata nella forma, resa con una materia pastosa e un segno violento; Mark Rotko, dagli inizi figurativi destinati a sfociare in grandi campiture vibranti di colore, utilizzato come mezzo per rappresentare la gamma delle emozioni; Franz Kline, con la serie di disegni della moglie malata fino ad approdare a un astrattismo assoluto caratterizzato dalla forte gestualità del segno; Sam Francis, con le macchie di colore espanse sulla tela quasi ci si trovasse davanti a un'inarrestabile eruzione vulcanica; Ad Reinhardt, Clyfford Still e altri. Non pochi di loro saranno accomunati da un destino tragico, morti suicidi o per le conseguenze dell'abuso di alcol.
Con Robert Rauschenberg e Jasper Johns intanto l'attenzione aveva cominciato a rivolgersi maggiormente alla quotidianità, che nella pop art di Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Jim Dine, Claes Oldenburg e George Segal si esprimerà nella celebrazione della serialità di oggetti svuotati però del loro significato.
Anna Anselmi