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Lunedì 16 Aprile 2012 - Libertà

I rusteghi, nemici della civiltà. Goldoni riletto da Gabriele Vacis in versione tutta maschile

Stasera e domani al Municipale ultimo appuntamento con la stagione di prosa "Tre per te"

piacenza - Ultimo appuntamento con il cartellone di prosa della stagione Tre per te di Teatro Gioco Vita, stasera e domani al teatro Municipale di Piacenza (ore 21): va in scena I Rusteghi di Carlo Goldoni, uno spettacolo prodotto dal Teatro Stabile di Torino con il Teatro Regionale Alessandrino.
Goldoni viene qui riletto dal celebre regista Gabriele Vacis che completa il titolo della commedia più nera di Goldoni così: "Rusteghi. I nemici della civiltà", riprendendo la definizione che donna Felicia dà dei mariti ottusi e chiusi della vicenda. I quattro Rusteghi sono interpretati da quattro grandi attori: Eugenio Allegri, Mirko Artuso, Natalino Balasso e Jurij Ferrini. Completano il cast, tutto al maschile (i ruoli femminili sono infatti affidati a uomini), Nicola Bremer, Christian Burruano, Alessandro Marini, Daniele Marmi, mentre la traduzione e l'adattamento del testo goldoniano sono curati dallo stesso Vacis con Antonia Spaliviero. Composizione scene, costumi, luci e scenofonia di Roberto Tarasco. Gli attori della compagnia incontreranno il pubblico piacentino, domani pomeriggio alle 17.30 al Teatro comunale dei Filodrammatici (ingresso libero) per il ciclo Ditelo all'attore condotto dal critico teatrale Enrico Marcotti, organizzato da Teatro Gioco Vita con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, nell'ambito del progetto "InFormazione teatrale".
I Rusteghi appartiene alla maturità compositiva di Carlo Goldoni, che coincide anche con gli ultimi malinconici anni della permanenza a Venezia. Vi fu rappresentata durante il carnevale del 1760. Si tratta di una delle commedie scritte in veneziano, ma nella versione di cui il pubblico piacentino godrà stasera, quasi tutto il testo è stato tradotto, ad eccezione della scena posta in apertura, rimasta in dialetto veneziano.
La commedia è ambientata a Venezia, abitata da un'aristocrazia ormai inesistente e da una borghesia commerciale che non è portatrice di cambiamento, ma si arrocca anzi nelle sue tradizioni e chiusure, attaccata alla roba, al denaro. Ne I Rusteghi quello che in altre commedie era il mercante Pantalone, avveduto e responsabile borghese, si trasforma in una amara caricatura di se stesso. Autentico tiranno, si impone con protervia su famiglia e domestici.
In un prezioso gioco di specchi, Goldoni amplifica le valenze del personaggio sdoppiandolo in altrettanti alter-ego, gli altri "rusteghi" dell'opera: Canciano, Leonardo, Simon e Maurizio. Una commedia claustrofobica, questa, capace di parlare ancora al nostro tempo, all'intolleranza travestita da moralismo, alla difficoltà di mettersi in relazione, alla mancanza di comunicazione di un'epoca che proprio della comunicazione fa il proprio vessillo.

Donata Meneghelli

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