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Martedì 27 Marzo 2012 - Libertà

I grandi teorici del teatro del '900: da domani in Fondazione ciclo di quattro conferenze

di BETTY PARABOSCHI
Sosteneva Jean Duvignaud che «Solo le società senza speranza di trasformazione non sentono bisogno del teatro». Piacenza fortunatamente non merita di essere iscritta all'elenco di queste realtà e allora non è un caso che la Società Filodrammatica Piacentina e la Fondazione di Piacenza e Vigevano, cion il patrocinio dell'Associazione nazionale critici di teatro, abbiano pensato di realizzare un ciclo di incontri dedicati ai grandi Maestri che hanno scritto e in certi casi rivoluzionato la scena teatrale del secolo scorso.
Si intitola Stanislavskij, Mejerchol'd, Artaud, Brecht: la scena teatrale e la rivoluzione dei grandi teorici del '900 la rassegna che partirà domani alle 21 all'Auditorium di via Sant'Eufemia: il coordinamento e l'organizzazione dell'iniziativa, che prevede anche altri tre appuntamenti rispettivamente in programma il 4, l'11 e il 26 aprile all'Auditorium della Fondazione, sono del critico teatrale Enrico Marcotti, volto noto ai piacentini anche per gli incontri con i protagonisti della stagione di prosa del Teatro Municipale della rassegna Ditelo all'attore.
Venendo all'appuntamento di domani invece, il titolo della serata è Stanislavskij: in cammino verso il sistema (La mia vita nell'arte) e vede protagonista Fausto Malcovati, docente di storia della letteratura e del teatro russo all'università di Milano, critico teatrale e saggista, oltre che autore di introduzioni, articoli e monografie sui principali prosatori della seconda metà dell'Ottocento (Dostoevskij, Tolstoj, Turgenev); a lui toccherà dunque il compito di aprire la rassegna discutendo di Stanislavskij domani e di Mejerchol'd mercoledì 4 nell'appuntamento intitolato appunto Mejerchol'd: teatro, rivoluzione, utopia (Il conflitto con lo Stalinismo) .
Mercoledì 11 invece sarà trattato il tema Scena, corpo, scrittura: l'utopia poetica di Antonin Artaud nel '900: a discuterne sarà il saggista e drammaturgo Gianni Poli, i cui studi sono dedicati alle estetiche del XX secolo e alla drammaturgia contemporanea, in particolare francofona. Poli ha scritto diverse monografie su Genet, Artaud, Yourcenar, Queneau, Barrault, Vitez e Chereau e attualmente collabora con le riviste "Teatro contemporaneo e cinema", "Hystrio", "Drammaturgia", "Francofonia", "Belfagor" e "Il ponte".
A chiudere la rassegna, giovedì 26, sarà la studiosa di teatro Valeria Ottolenghi, giornalista della Gazzetta di Parma e collaboratrice di diverse riviste culturali e non ("Teatri delle diversità", "Artribune" e "Il grande fiume") membro del direttivo dell'Associazione Nazionale Critici di Teatro, oltre che di diverse giurie di concorsi teatrali.

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