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Venerdì 30 Marzo 2012 - Libertà

«Lo smog è nemico del cuore: e la nostra zona non si salva»

Al Rotary Piacenza Farnese ne hanno parlato gli specialisti

Cosa non si farebbe per mantenere funzionale quell'organo pulsante che diffonde sangue, e dunque benessere, per tutto il corpo. E continua instancabile per anni ed anni, silenzioso e solerte. Anche lui, tuttavia, soffre la condizione umana di precarietà: patisce, s'indebolisce, s'ammala. Ed allora la vita inizia a segnare il passo. I medici spesso riescono a ridargli vigore, a riportarlo a svolgere le primitive funzioni. Magari non proprio tutte, ma quel tanto che consente di continuare una vita accettabile.
Gli inconvenienti alla salute del cuore sono tanti: le malattie cardiache sono diventate la prima causa di decesso nei paesi occidentali del mondo. Questo ha affermato il prof. Franco Pugliese, direttore del Dipartimento sicurezza Azienda Usl di Piacenza, uno dei medici che ha partecipato alla conversazione tenutasi al Rotary Piacenza Farnese nei giorni scorsi. Con lui altri medici attenti alle problematiche cardiache: il prof. Giovanni Quinto Villani, primario della cardiologia di Piacenza, il dott. Massimo Piepoli, sempre della Cardiologia piacentina, il dott. Giuseppe Miserotti, medico di famiglia, il dott. Cosimo Franco della Pneumologia di Piacenza ed il dott. Ugo Gazzola, emerito di Cardiologia ora a riposo.
Proprio per mantenere il cuore sotto ogni aspetto vitale, i medici del gruppo si sono trasformati anche in attenti ricercatori ed hanno posto sotto controllo l'aria che si respira in città e provincia.
Tutta la pianura padana, indagini alla mano, risulta con alti tassi d'inquinamento atmosferico. Dunque, l'aria è malata di smog ed il cuore ne soffre. Per presentare la ricerca, ha preso la parola Piepoli. «Dobbiamo - ha esordito - ringraziare la Fondazione di Piacenza e Vigevano che ha sostenuto la pubblicazione del volumetto "Il cuore e l'aria", l' Arpa per le ricerche atmosferiche messe a disposizione, l'Ausl locale, l'Ordine dei medici piacentini. Allora, la nostra ricerca documenta la relazione tra inquinamento e disturbi cardiaci. Ove domina lo smog serpeggiano i disturbi cardiocircolatori. Ovviamente, in un complesso di malanni che rallentano la vitalità degli individui».
Una sequenza d'immagini proiettate ha reso ragione di diverse realtà. Tutte zone industriali, negli Stati Uniti, in Europa, in Asia, nell'Africa meridionale. Fra esse la Pianura Padana con la "Po Valley brown clouds", la nuvola bruna della Valle del Po, che la ricopre e che è stata rilevata dagli scienziati del Cnr dall'osservatorio del monte Cimone. Afferma un esperto: «La Pianura Padana è una delle zone a più alta concentrazione industriale in Europa. E nello stesso tempo ha la forma di catino, in cui si raccolgono tutti gli inquinanti». In definitiva una camera a gas, con livelli tossici elevati, per tutto l'anno. Di conseguenza, i disturbi. Quelli di cuore primeggiano: infarto del miocardio, ictus, angina, ipertensione, colesterolemia. Insieme a difficoltà respiratorie, asma, bronchiti, tossi.
«Pur nei limiti di uno studio retrospettivo - ha concluso Piepoli - con un campione ancora limitato, abbiamo osservato che anche nella nostra città l'incremento delle sostanze inquinanti determina un maggior grado di mortalità per patologie cardiovascolari. L'ambiente va difeso. Si può fare». Molte le domande e gli applausi ai relatori.

Luigi Galli

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