Mercoledì 28 Marzo 2012 - Libertà
In Fondazione un "grafico d'amore" per voci preziose
Successo per il terzo appuntamento dei percorsi verdiani proposto dagli Amici della Lirica
di BETTY PARABOSCHI
E' un grafico fatto di geometrie variabili l'amore raccontato nei melodrammi verdiani e analizzato dal musicologo Giancarlo Landini nell'ormai tradizionale ciclo di conferenze concerto organizzato dagli Amici della Lirica nell'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. La rassegna, intitolata non a caso Geometrie variabili… di amori e di affetti, si è conclusa l'altra sera con un appuntamento dedicato all'analisi del rapporto fra padre e figli che ha visto esibirsi il soprano Barbara Aldegheri, il baritono Gabriele Nani e il tenore Roberto Costi, tutti accompagnati al pianoforte dal maestro Milo Martani.
«Per delineare questo rapporto e connotare in modo originale la figura paterna, Verdi in un certo senso "reinventa" la figura del baritono e la sposta dalla dimensione del rivale a una più completa» ha iniziato a spiegare Landini dopo l'introduzione affidata al presidente degli Amici della Lirica Sergio Buonocore: a dimostrarlo sono stati i numerosi brani eseguiti magistralmente dai tre interpreti, che hanno offerto al folto pubblico intervenuto la possibilità di esplorare la paternità nel melodramma verdiano attraverso una "carrellata" variegata di esempi.
Ecco allora Nabucco che, diversamente da quanto accade in Simon Boccanegra, dove il sentimento paterno è cercato e infine trovato, porta in scena un atteggiamento durissimo di padre ritratto nel pieno della supplica alla figlia non riconosciuta, come emerge nel duetto del terzo atto fra il sovrano e Abigaille; o ancora basti pensare al rapporto fra il marchese di Calatrava e Leonora ne La forza del destino o a quelli, difficili e in un certo senso autobiografici, che vedono contrapporsi i padri ai figli maschi come accade ad esempio in Luisa Miller con Rodolfo, ne La Traviata con Alfredo e nel Don Carlo con Alvaro.
Ed è proprio quest'ultima opera a presentare, come ha dimostrato Landini, anche le geometrie variabili dell'amicizia virile, in generale poco presente nel melodramma verdiano con qualche eccezione, ben esemplificata dal rapporto sublime che lega Don Carlo a Rodrigo. Ma al di là di questo le passioni sentimentali o amicali o familiari nutrite dagli uomini danno luogo, nelle opere verdiane, a una trama intricata di geometrie destinate a "finire male": basti vedere Macbeth dove la genitorialità negata deve essere compensata da una ricerca spasmodica del potere o Il Trovatore dove Leonora è contesa tra due fratelli ignari della loro parentela.
A confermarlo è anche Landini: «È incredibile quanto Verdi riesca a costruire il suo modello di realtà fatta da un gioco di incastri che crea una sorta di labirinto dove l'unica verità certa è che qualsiasi passione nutrita dagli uomini, anche se sacra, non è destinata a un lieto fine sulla terra» spiega. Le "geometrie variabili" raccontate in questo ciclo di appuntamenti lo hanno dimostrato.