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Martedì 27 Luglio 2004 - Libertà

Butterfly, l'eterno dramma

Suggestiva messa in scena a Castell'Arquato. Ma le voci non convincono del tutto. E tra il pubblico anche la costumista Schrecker

La Pro loco di Castell'Arquato non ha lesinato mezzi né impegno per offrire, con la collaborazione del Comune, della Camera di Commercio di Piacenza, della Fondazione di Piacenza e Vigevano e di un nutrito drappello di sponsor, un spettacolo lirico di qualità al pubblico convenuto, l'altra sera, nella meravigliosa Piazza Monumentale (un pubblico che, per la cronaca, contava un inquilino della Camera dei Lords britannica e la sua signora: Lord e Lady Laird of Artegavarn).
Le premesse per un bellissimo spettacolo - fatta la tara al vento negli amplificatori e a tutti i fastidi connessi alle rappresentazioni liriche all'aperto - c'erano tutte. A partire dalla proposta: una serie di "pagine scelte" ("scelte" con tanta abbondanza che si è trattato quasi di un'esecuzione integrale per canto e pianoforte) di Madama Butterfly, una delle opere più amate composte da Giacomo Puccini col poeta arquatese Luigi Illica ad affiancare Giuseppe Giacosa come librettista. Una scelta motivata, in prima battuta, dal centenario della prima rappresentazione; ma che, per felice coincidenza, è caduta sulla creatura forse più cara al cuore del suo autore.
Questa "produzione" della Pro loco (curata dalla regista Vivien Hewitt, direttrice artistica di una "stagione musicale" arquatese che vedrà anche un omaggio ad Astor Piazzolla con ballerini di tango sabato 28 agosto e un concerto di Linus Roth, "giovane prodigio" tedesco del violino, in ottobre) metteva poi in campo un cast vocale di primo piano: il soprano nippo-italiano Mina Tasca (una delle più apprezzate Cio-Cio-San applaudite negli ultimi anni sulle scene non solo italiane), Mariella Guarnera (giovane mezzosoprano in forte ascesa, che nei panni di Suzuki aveva già ottenuto un caldo successo al festival pucciniano di Torre del Lago), Paolo Ruggiero (un baritono che ha "debuttato", con successo, nel ruolo di Sharpless solo l'altra sera, ma era già noto agli appassionati per la sua bella voce scura) e Fulvio Oberto (un giovane tenore che ha conosciuto anche la gloria della Scala). Era un maestro suggeritore della Scala stessa, Bruno Nicoli, ad
accompagnare i cantanti al piano. C'era la regia della stessa Hewitt (già responsabile a Torre del Lago di una messa in scena di Butterfly che ha girato il mondo con successo) per questa esecuzione in forma "semiscenica" che faceva a meno della scenografia ma non dei costumi (eleganti, ma disattenti alla simbologia giapponese dei colori), firmati da Regina Schrecker, notissima stilista tedesca naturalizzata fiorentina, ex Miss Universo, ex modella ed ex musa di Andy Warhol, già costumista della Hewitt per la Butterfly di Torre del Lago e presenza charmante nell'estemporanea platea allestita nella piazza arquatese.
A dispetto della bontà degli ingredienti, tuttavia, la ciambella non mi è sembrata riuscire in tutto e per tutto col buco, nonostante le eccellenti prove di Guarnera e Ruggiero. La Tasca, interprete autenticamente grande, non è parsa al massimo della sua forma vocale; Oberto ha una voce di bel timbro, ma il suo sforzo negli acuti è avvertibile; se fra i comprimari ha brillato la Kate dell'australiana Antoinette Hallorane e ha fatto buona figura il Goro di Juan Francisco Gattin, i giovani Michele Pierleoni (Yamadori) e Massimiliano Galli (Bonzo), pur promettenti, hanno ancora molto da studiare; una misteriosa, palpabile sensazione di mancato affiatamento ha avvolto tutto il primo atto. E lo spettacolo non è stato aiutato da una messa in scena convenzionalissima e priva di idee originali; forse alle "produzioni liriche" di Castell'Arquato non sarebbe inutile la consulenza di due concittadini (di Vigolo) come Eugenia Ratti e Basilio Della Janna che, da artisti, hanno praticato a lungo i palchi della Scala. Il grande teatro contenuto nel gioco di sguardi della Tasca, il bel "colore" di quasi tutte le voci, e l'incanto dell'azione scenica sullo sfondo della Piazza, però, sono bastati perché gli spettatori tornassero a casa complessivamente - e giustamente - contenti della serata.

Alfredo Tenni

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