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Giovedì 12 Aprile 2012 - Libertà

Un'economia che respira, e non che si alimenta di armi

Un'alternativa per un futuro migliore

di FRANCESCA MOLINARI*
Nello stress della nostra vita di occidentali troppo bombardata da messaggi pubblicitari e troppo sotto pressione, c'è un nesso tra cambiamento climatico, deterioramento ambientale, guerre, economie armate, instabilità economica globale e la nostra personale sofferenza - stress, solitudine, depressione? Esiste un'alternativa accessibile a ciascuno e ciascuna di noi qui e ora e per guardare ad un futuro possibile e migliore del presente? "L'Economia della felicità", lo straordinario documentario del 2011 che il Tavolo della pace di Piacenza ha proiettato tra i primi in Italia, per concludere la breve rassegna cinematografica"In volo: da un'economia di pace a un'economia di guerra" ha senzaltro offerto qualcosa di nuovo e alternativo rispetto agli interrogativi dell'attuale modello economico dominato dai mercati al numeroso pubblico anche giovane che ha gremito l'Auditorium della Fondazione venerdì 30 Marzo, ospiti alcuni rappresentanti di esperienze cittadine che stanno sperimentando percorsi di un'economia più giusta e solidale tra le quali: il progetto "Germogli urbani e i Gruppi d'Acquisto Solidali. Nel DVD, (particolarmente indicato anche per le scuole che lo possono richiedere al Tavolo rivolgendosi alla curatrice della Rassegna Federica Lugani, ele_fede @inwind. it) si elencano otto scomode verità sulla globalizzazione. Qualche fotogramma che definisce lo stato di salute della civiltà occidentale e poi l'elenco di cosa non funziona, di come biologicamente e culturalmente, la nostra idea di esistenza si sia tramutata in spirito di sopravvivenza, con pochi slanci di vitalità e tanti momenti di sconforto. Un mercato capitalista che promuove eccessivamente la liberalizzazione del traffico commerciale, senza tenere conto delle diversità di popoli e nazioni, è un sistema che rende infelici. Il Doc pur essendo estremamente chiaro e quasi schematico se non altro perchè scandito in 8 "capitoli", ci ha regalato momenti di grande profondità e bellezza a partire dall'inizio del viaggio nel Tibet così caro alla regista Helena Norberg-Hodge pioniera della "localizzazione dell'economia" alla quale va tutta la nostra stima. Negli ultimi 16 anni ha trascorso sei mesi ogni anno in Ladakh, una divisione dello stato federato indiano di Jammu e Kashmir, lavorando con la popolazione locale per proteggerne la cultura e l'ambiente naturale dai rapidi effetti della modernizzazione.
Ha fondato e diretto l'International Society for Ecology and Culture (ISEC) e del "Progetto Ladakh, un programma a favore del cibo locale e quello per il passaggio da globale a locale, sua emanazione, Con base negli Stati Uniti e nel Regno Unito, e sedi in Svezia, Germania, Australia e Ladakh, la missione dell'ISEC è di studiare le cause delle crisi sociali ed ambientali che stiamo attraversando, oltre a promuovere soluzioni più sostenibili ed eque sia al nord che al sud.. Per il suo operato ha ricevuto nel 1986 il Right to Livelihood Award, conosciuto anche come l'alternativa al premio Nobel. Come racconta lei stessa: "Trentatré anni fa osservavo come una cultura, che fino a quel momento era stata isolata dal resto del mondo, venisse improvvisamente spalancata allo sviluppo economico. Nelle ultime tre decadi ho osservato questo processo in numerose culture sparse per il mondo e ho scoperto che siamo tutti vittime delle stesse pressioni psicologiche.
Di fatto, in ogni paese industrializzato, inclusi Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Francia e Giappone, abbiamo quella che viene descritta come un'epidemia di depressione. Si stima che in Giappone un milione di giovani si rifiuti di lasciare la propria camera da letto - a volte per decenni - in un fenomeno noto come "Hikikomori", letteralmente "stare in disparte", "isolarsi". Negli Stati Uniti, una frazione crescente di giovani ragazze sono così profondamente insicure del proprio aspetto che cadono nell'anoressia e nella bulimia, o ricorrono a costosi interventi di chirurgia estetica. Perché succede tutto questo? Vedere l'impatto del mondo moderno su una cultura antica mi ha illuminato su come la globalizzazione economica sia in grado di generare sensazioni di inadeguatezza e di inferiorità, specialmente nei giovani, e come queste pressioni psicologiche siano d'aiuto nella diffusione della cultura consumistica. Fin da allora ho continuato a promuovere la ricostruzione delle comunità e delle economie locali come fondamento dell'Economia della Felicità. "Qui a Piacenza con le ragazze e i ragazzi che hanno aderito alla Marciper la pace Perugia-Assisi insieme con il Tavolo della Pace stiamo facendo insieme un piccolissimo tratto di questo "volo verso un'economia di pace", contro l'economia armata che acquista ancora cacciabombardieri invece di fare scuole e posti di lavoro veri e "puliti"con la raccolta di firme ancora in corso della Campagna nazionale "Taglia le ali alle armi". Chiediamo alle cittadine e ai cittadini di buona volontà di continuare a firmare anche on line o rivolgendosi al contatto più sopra fornito, perchè qualche risultato si è già ottenuto: se ne parla in Parlamento e per ora all'acquisto dei 90 cacciabombardieri F35 ci si ripensa un po' su in attesa di una riforma della Difesa. Naturlamente non vi accontentiamo e auspichiamo che sempre più persone manifestino chiaramente anche nei gesti quotidiani e aderendo a questa Campagna e alle nostre proposte di volere "un'economia che respira", come diceva Samuele Bertoncini dopo la proiezione del documentario, in rappresentanza dei GAS piacentini (Gruppi d'Acquisto Solidali) e non un'economia che si alimenta di armi e di guerra rpoducendo una cultura della violenza che non dà la felicità. Durante il dibattito si è ricordato l'artigiano edile di Bologna che ora sta soffrendo, grave, ustionato nel 100% del corpo, ancora in prognosi riservata e nessun giornale ci sta più aggiornando su di lui: un essere umano che si è dato fuoco per i debiti col fisco.
*Tavolo della Pace di Piacenza

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