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Domenica 15 Aprile 2012 - Libertà

Trecento pagine per ritrovare la forza vitale del Dopoguerra

Alla ricerca di quei favolosi anni del nostro passato

di MINO ARGENTI
S'intitola "Occhi a specchio. Vetrine, botteghe, mercanti" (Scritture), il volume di oltre 300 pagine voluto dall'Unione Commercianti, scritto da Mauro Molinaroli con un ampio corredo fotografico di Maurizio Cavalloni presidente del Museo per la fotografia e la comunicazione visiva di Piacenza. Il libro sarà presentato questo pomeriggio alle 18 alla sala Panini di Palazzo Galli in via Mazzini.
Questo bel lavoro che ha avuto il supporto editoriale di Eugenio Gazzola, è lo spunto, il motivo, l'appiglio per andare alla ricerca di un mondo che non c'è più. Quello dei negozi di vicinato, delle botteghe degli anni Cinquanta, del boom economico. Quasi a dirci che la vita è memoria. E nel volume i ricordi momenti lontani che si fanno magia, mito, narrazione. Un percorso infinito lungo con il diametro di un chilometro il centro storico che pulsava come una cosa viva. Quando il Corso era il sogno di tanti ragazzi di provincia che guardavano il mondo con occhi grandi; adolescenti il cui talento era speranza, leggera follia e poi la maturità il risveglio, la vita adulta.
Provincia dolce, malinconia sottile, nevrosi lenta. E' un verso di "Piccola città" di Francesco Guccini e calza perfettamente in queste microstorie. Ricordi, ricordi di un tempo che non torna e che sono privilegio di chi ha potuto vivere quegli anni lontani con una lentezza amica, senza frenesia.
Ci vorrebbe uno come Marco Bellocchio a documentare una città lontana nel tempo, proprio come ha fatto quando ha girato "Addio del passato". Ci vengono in soccorso in questo libro le immagini di Gianni Croce, che ritraggono quella Piacenza che sapeva parlarti al cuore, che regalava attimi di gioia e Maurizio Cavalloni ne è il custode, il testimone. Nel libro ci sono Piacenza e i momenti di fervore, dopo la Seconda guerra mondiale: la Ricostruzione con l'entusiasmo di ricominciare dopo una guerra lunga e terribile; gli anni del centrosinistra e del boom economico, i favolosi anni Sessanta, quando la città fu motore di proposta e di ricerca, di rinascita e di vitalità collettiva. Quando l'incontro politico, civile, soprattutto umano, tra una classe imprenditrice capace che ha avuto fede in se stessa, senza dimenticare del tutto il prossimo e una classe operaia di alto livello professionale ha impedito, mescolando culture e esperienze, che la città si espandesse.
Ora gli imprenditori si sono assottigliati trasformandosi in finanzieri e in immobiliaristi, gli operai sono calati di molto, le grandi aziende non esistono quasi più rispetto a quel passato. E quel che forse più conta, sono scomparsi anche i luoghi di aggregazione, le sezioni sindacali e quelle dei partiti di massa, dentro e fuori le aziende, e anche gli oratori delle parrocchie hanno una minore forza di attrazione. Un buco nero. La società si è impoverita, gli uomini e le donne sono più soli, la tv, così manchevole, non ha più la funzione di scuola dell'obbligo, ma di serva sciocca. Si è capito anche che l'imperativo categorico, quasi un'ossessione, è costruire, la manna moltiplicatrice di soldi. Per chi non si sa, visto che i portoni delle case sono pieni di cartelli, «vendesi», «affittasi», e non pochi, soprattutto giovani, in questi anni se ne sono andati a vivere fuori città dove i prezzi sono più clementi. Un editto li obbligherà a tornare?
A volte occorre ritrovare il passato, può essere una rotta. Andiamo con ordine. La Piacenza degli anni del piano Marshall, della cinghia tirata, delle ristrettezze del dopoguerra è una città che tenta di uscire da un coma profondo e che tenta di rianimarsi: per farlo non esita a ricorrere alla dolce sferzata di una tazza di cioccolata, si rianima, con il suo centro storico, le sue botteghe e una vivacità d'altri tempi. Il libro è stato realizzato con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano, della Camera di Commercio, della Società Cooperativa di Garanzia fra Commercianti, della Banca di Piacenza, di Gas Sales, Assiprime, Musetti Caffè e Biffi Arte.

Mino Argenti

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