Giovedì 1 Marzo 2012 - Libertà
I segreti di un "mago" della finanza: Cattolica in cattedra per i piacentini
"Come proteggere i nostri risparmi: gli investimenti da fare". Ha scelto un titolo allettante l'Università Cattolica di Piacenza per il primo incontro della rassegna "Appuntamento con l'Università. La Cattolica dialoga con la sua città" organizzata all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano: a discutere delle strategie e dei consigli da mettere in pratica per districarsi tra le trame del mondo finanziario è stato Luca Bagato, docente di Finanza Intenazionale per il master Mim afferente alla facoltà di Economia della Cattolica e amministratore unico dell'ufficio studi di ricerca finanziaria Macromarkets.
L'incontro, organizzato con il patrocinio del Comune, della Fondazione di Piacenza e Vigevano e del Museo Civico di Storia Naturale, si è aperto con un'introduzione del direttore della sede piacentina dell'ateneo Mauro Balordi, che ha evidenziato «l'importanza di iniziative che permettono un incontro fra la cittadinanza e l'università»: «L'università deve essere al servizio del territorio: non solo degli studenti, ma dell'intera città -ha spiegato - abbiamo notato una sorta di "resistenza" da parte dei cittadini comuni a venire in Cattolica: ben vengano allora iniziative che portano un centro di eccellenza come può essere un ateneo per il territorio a contatto con i piacentini».
Per farlo la Cattolica ha pensato di organizzare una rassegna di incontri che toccano sia la tematica finanziaria sia quella relativa alla sicurezza alimentare: l'appuntamento di ieri in particolare ha offerto ai piacentini intervenuti l'occasione di conoscere l'esperienza di Bagato che si è occupato di banche di investimento per venti anni, oltre che di formazione come docente della Cattolica e di borsa italiana come consigliere di Mts.
«Voglio trasmettere alcuni principi importanti quando si fanno degli investimenti, a cominciare dal fatto che gli investimenti sono da considerare nel tempo in modo che siano compatibili con le aspettative di chi li fa - ha spiegato il docente -un altro consiglio è quello di diversificare all'interno dello stesso comparto e non dunque fra obbligazioni e azioni, considerando anche che i paesi emergenti ormai sono fortemente correlati con le nostre attività. In pratica questi Paesi non risultano più emergenti, ma sono una parte integrante dei Paesi economicamente avanzati: non rappresentano un'alternativa, ma di fatto sono un'investimento vero e proprio che può dunque presentare dei margini di rischio che non devono essere sottovalutati».
Betty Paraboschi