Giovedì 1 Marzo 2012 - Libertà
«L'eredità di Bernstein? La mente aperta»
Concertistica: John Axelrod sabato al Municipale dirigerà la Filarmonica Toscanini
di ELEONORA BAGAROTTI
Dopo le trascinanti note jazzistico-spirituali di Brunello, prosegue al Municipale la Stagione concertistica della Fondazione Teatri di Piacenza: sabato alle 20.30 sensuali armonie spagnoleggianti saranno le protagoniste, per "voce" della Filarmonica Arturo Toscanini, dell'evento. Sul podio, il direttore d'orchestra statunitense John Axelrod.
In programma, dapprima Don Quixote. Variazioni fantastiche su un tema cavalleresco di Richard Strauss, una composizione che prevede l'impiego di 97 esecutori, con la violoncellista Diana Cahanescu ed il violista Gian Paolo Guatteri. A seguire il Capriccio spagnolo di Rimskij-Korsakov, che vedrà come sempre Mihaela Costa al violino solista, un brano caratterizzato da brillantezza ritmica e melodica. Il gran finale della performance sarà "targato" Maurice Ravel: la sua Rhapsodie espagnole cederà il posto al celeberrimo Boléro. In Spagna si approda non solo attraverso i colori e le ritmiche, ma la cifra stilistica utilizzata dal compositore francese, conoscitore (e amante) della cultura iberica anche in quanto figlio di madre spagnola. E quanta sensualità, dunque, in queste pregevoli pagine sinfoniche, che spostano nuovamente l'orizzonte del cartellone 2011-2012, che quest'anno consiste in un'ampia miscellanea di varie epoche e autori.
Il maestro Axelrod si impone come uno dei direttori più interessanti, in virtù delle sue scelte di repertorio moderne e inusuali: dopo una carriera affermata in vari Paesi del mondo, dall'anno scorso è direttore principale dell'Orchestra Sinfonica di Milano "Verdi". Con lui, parliamo dell'atmosfera che, sin dalle prove con la Filarmonica Toscanini, si crea durante l'esecuzione dei brani in programma sabato al Municipale.
Maestro, a parte Ravel, che rappresenta una scelta chiaramente comprensibile, cosa vi ha spinti ad aprire il concerto con Strauss e Rimskij-Korsakov?
«Nel nostro programma, ci sono brani che contribuiscono tutti a creare un'atmosfera di un certo tipo. Questo è interessante proprio perché ciascuno rappresenta un "quadro" di uno spettacolo. Il cui finale, certo, con il Boléro rappresenta uno degli apici più conosciuti dal pubblico di quel genere musicale e di quel periodo».
Lei ha studiato con Leonard Bernstein e questo la dice lunga sulla sua familiarità con il repertorio contemporaneo, oltre ovviamente a quello classico e romantico.
«Ha proprio ragione. Ho studiato con Bernstein e questa esperienza mi ha segnato definitivamente. Ho avuto un'eredità fortissima e pensi che, però, c'è ormai anche una vena italiana in me poiché ricopro da qualche tempo il ruolo di direttore principale della "Verdi" di Milano. Tornando indietro, però, devo ricordarle che il mio debutto avvenne addirittura con Battistelli nel Requiem di Mozart. Nell'insieme di queste mie esperienze, è importante per me avere la mente aperta sul repertorio contemporaneo. Anche perché, per quanto mi riguarda, non esiste questo repertorio. Mi spiego: ogni repertorio è contemporaneo o stato tale, da Mozart a Mahler... lo era per l'epoca. Quindi, a maggior ragione lo è oggi e quando poi mi si offre la possibilità di collaborare con qualche compositore vivente, di confrontarmi con lui, accetto subito con entusiasmo. Ritengo questa opportunità particolarmente allettante».
Tra le sue cariche, c'è anche quella di direttore musicale del Wien Film Music Gala Concert "Hollywood in Vienna" con la Orf Radio Symphony Orchestra. Un altro pizzico d'eredità del grandissimo Lenny?
«Più di un pizzico, una manciata almeno. A me interessa la musica classica così come quella rock, jazz... m'interessa tutta la musica, esattamente come compositori come Mahler guardavano alle melodie popolari. Non parlo mai di genere colto, casomai di buona musica o cattiva musica e rifuggo solo da quest'ultima».