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Martedì 28 Febbraio 2012 - Libertà

Studenti in costumi dell'Ottocento leggono il capolavoro di Manzoni

piacenza - "L'Historia si può veramente deffinire una guerra illustre contro il Tempo, perché togliendoli di mano gl'anni suoi prigionieri, anzi già fatti cadaueri, li richiama in vita, li passa in rassegna, e li schiera di nuovo in battaglia". Così scrisse Manzoni nell'introduzione a I Promessi Sposi. E così hanno cominciato alcuni studenti della III L del liceo "Respighi" il loro ciclo di letture integrali del capolavoro manzoniano: lo hanno fatto a Palazzo Galli, che ha ospitato il primo appuntamento di "Quel guazzabuglio del cuore umano", ciclo di pubbliche letture organizzate in collaborazione con il Comune di Piacenza, la Fondazione Teatri, la biblioteca "Passerini Landi", la Fondazione di Piacenza e Vigevano, la Banca di Piacenza, l'Ufficio di Pastorale Scolastica della curia e il contributo di privati.
Alla presenza della coordinatrice del progetto Patrizia Datilini e degli insegnanti del "Respighi" Marina Avanzini e Giovanni Marchesi, dell'assessore Paolo Dosi e di alcuni studenti delle 28 classi che nelle prossime settimane si alterneranno in questa maratona di letture e cultura, il "guazzabuglio del cuore umano" ha iniziato a prendere forma e a "gettare le basi" per chiarirsi e spiegarsi attraverso la storia di Renzo e Lucia, ma anche attraverso la volontà di una giovane generazione che ha deciso come "l'Historia" manzoniana di intraprendere una guerra illustre contro il Tempo. E dunque largo ai costumi dell'Ottocento con i quali alcuni studenti hanno accolto il pubblico di palazzo Galli, ma soprattutto a quella parola capace di farsi portavoce della Provvidenza: a spiegarlo ci ha pensato Pierantonio Frare, docente di Letteratura Italiana all'Università Cattolica di Piacenza che ha avuto l'onere (e l'onore) di aprire la manifestazione del "Respighi".
«Mi sono avvicinato ai Promessi Sposi negli anni dell'università e per me sono stati una sorpresa e una conquista» ha spiegato Frare dopo l'introduzione della docente Avanzini e i saluti istituzionali dell'assessore Dosi. «Ma voi siete ancora più bravi perché alla vostra età io non li apprezzavo affatto. Apprezzo invece ora anche la finalità di questa iniziativa, ossia la realizzazione di un audiolibro: essa del resto ben si lega anche all'intento morale che Manzoni diede alla sua opera».
Di precedenti letture pubbliche manzoniane non se ne ricordano a Piacenza: bisogna semmai andare alla Cattolica di Milano, dove nel 2004 alcuni attori e scrittori si cimentarono in una maratona manzoniana e, fra loro, ci fu persino chi omaggiò Manzoni come "il più grande rivoluzionario". Proprio da questa definizione è partito Frare, nell'evidenziare come il Gran Lombardo «abbia rivoluzionato la letteratura italiana, sancendo la fine del genere "tragedia" e scrivendo il primo romanzo della letteratura del nostro Paese»: quei Promessi Sposi, nell'evoluzione delle sue tre edizioni, si presentano anch'essi come opera "rivoluzionaria" all'interno dei quali Manzoni continua la sua ricerca di libertà, verità e originalità che lo aveva animato fin dagli anni giovanili.
Ecco allora l'importanza di recuperare l'opera e la sua lettura, alternandola magari anche a dei momenti musicali affidati all'orchestra del liceo: il "Respighi" ci ha pensato e alla scuola va il merito dell'organizzazione di un'iniziativa originale che ci riserverà sorprese.

Betty Paraboschi

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