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Mercoledì 7 Marzo 2012 - Libertà

Il fotone e l'origine dell'universo

Marco Miserocchi ha concluso il ciclo di incontri

piacenza - Tra film e romanzi di fantascienza sempre più credibili, videogiochi spesso portentosi e realtà virtuali, difficile coinvolgere il pubblico su cosmo, galassie, firmamento… Ma il Gruppo astrofili di Piacenza, nella rassegna "Dal nulla al tutto: autobiografia di un universo" sostenuta dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, ha di nuovo centrato l'obiettivo. Anche nell'ultima conferenza, "L'enigma di Riccioli d'oro" tenuta da Marco Miserocchi, il solito numeroso pubblico ha sinceramente apprezzato le tematiche proposte.
Uno dei grandi misteri, tuttora insoluti, di astrofisica e cosmologia è l'origine dell'universo: due le tesi che hanno finora animato il dibattito. Da un lato «come nella favola Riccioli d'oro siamo entrati nell'universo, abbiamo trovato - ha esordito Miserocchi - leggi immutabili, eterne, quindi creazionismo». Dall'altro «siamo nati per caso quindi darwinismo».
Ma c'è una terza, affascinante, ipotesi formulata dal fisico americano John Wheeler (1911-2008) che coniò, fra l'altro, il termine "black holes (buchi neri) ". Lo studioso sostenne «le "leggi flessibili", non ad personam, che si sviluppano e si modificano nel corso del tempo. Noi contribuiamo come osservatori». Wheeler ha dimostrato la propria tesi in rigorose prove laboratoriali e concettuali che Miserocchi ha esemplificato riprendendo il famoso "Delayed choise experiment" (esperimento della scelta ritardata). Supponendo di seguire il percorso di un fotone lanciato verso uno schermo, Wheeler ha notato che, senza intralci, la particella ha tre alternative: destra, sinistra, centro. Introducendo uno schermo rilevatore amovibile e poi sostituendolo con rilevatori ottici questi possono controllare il "nuovo" percorso del fotone. L'osservatore ha "ritardato la sua scelta" constatando che il fotone, per passare, ha ora a disposizione non tre alternative come prima ma torna indietro. Il percorso del fotone dipende dal fatto che sia osservato oppure no: «Il fotone con il secondo separatore torna indietro nel tempo, cambia il passato, la storia. Einstein era realista, pensava che la meccanica quantistica alla base di tutto questo fosse sbagliata».
Scenario finale sconvolgente, conclusioni rivoluzionarie: «L'universo - ha continuato Miserocchi - non ha leggi fisse, le stabiliamo noi. In quell'esperimento creo un fotone, un atto elementare è creazione. Siamo forse noi osservatori i creatori di quest'universo? ». La realtà nasce dal tipo di domanda e dalla risposta, relativa, fornita come nel "Gioco delle 20 domande". Suggestivo il paragone delineato ad inizio conferenza dal relatore che ha immaginato una radio anni '60 da regolare, poi un fine tuning (sincronizzazione) perfetto ed ecco il miracolo: «Noi siamo la musica dell'universo». Ricordiamo infine che la romantica favola Riccioli d'oro narra di una bimba smarritasi nel bosco e che in una casetta trova, fra tre possibili tipi di mobili, quelli adatti a lei … come noi vivendo in questo universo.

Fabio Bianchi

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