Giovedì 8 Marzo 2012 - Libertà
Se Gifuni insegue il mondo di Gadda
Stasera al Municipale nel monologo diretto da Giuseppe Bertolucci
di CHIARA MERLI
Il teatro legge una pagina fondamentale della letteratura italiana del Novecento, e ne affida l'impresa a uno spettacolo che promette di coinvolgere il pubblico con la forza di una drammaturgia pregnante ed efficace e con l'interpretazione di uno tra gli attori più interessanti della nostra scena teatrale. Stasera alle 21 il palcoscenico del Municipale ospiterà L'ingegner Gadda va alla guerra, nuovo, attesissimo appuntamento della stagione Altri Percorsi del cartellone Tre per Te, organizzato da Teatro Gioco Vita con la direzione artistica di Diego Maj. Lo spettacolo, realizzato in collaborazione con Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti, è tratto da testi di Carlo Emilio Gadda e da William Shakespeare - dove il richiamo al Bardo è esplicitato nel sottotitolo, "o della tragica istoria di Amleto Pirobutirro" - ed è nato da un progetto dell'interprete, Fabrizio Gifuni, e del regista Giuseppe Bertolucci, uniti dalla comune volontà di esplorare l'opera e la personalità dell'"ingegnere" Gadda, con particolare riferimento alla sua esperienza diretta della guerra. Oggi pomeriggio alle 17.30, tra l'altro, alla libreria Fahrenheit 451 di via Legnano, Gifuni presenterà il suo libro-cofanetto dal titolo Gadda e Pasolini: antibiografia di una nazione curato insieme a Bertolucci che contiene oltre a questo spettacolo anche il precedente 'Na specie de cadavere lunghissimo.
Quattro anni dopo questo spettacolo, che attraverso la prosa di Pasolini poneva le basi di una riflessione teatrale sulla trasformazione del nostro Paese negli ultimi 40 anni, Gifuni e Bertolucci riprendono il loro discorso guidati dalla lingua e dal pensiero di uno dei più grandi scrittori del '900. I Diari di guerra e di prigionia - resoconto fedele della partecipazione di Gadda alla prima guerra mondiale - e l'esilarante Eros e Priapo, scritto-referto sulla psicopatologia erotica del ventennale flagello fascista, tracciano la rotta di un viaggio che ci conduce fino al nostro presente, alla scoperta di un popolo mai cresciuto. E, in ultima analisi, di noi stessi.
«Un Amleto non più giovane, - spiega Fabrizio Gifuni - solo, senza più un padre o una madre da invocare o da maledire, sempre più debole di nervi, collerico. Solo con i suoi fantasmi. La lingua squassata da lampi di puro genio proteiforme. Sempre sull'orlo di una follia tragica eppure, a tratti, comicissima. E ricca di metodo. Così inizio a immaginare Gadda. Un "Amleto Pirobutirro" (protagonista ombra del suo più grande romanzo, La cognizione del dolore) che riavvolge il nastro delle sue nevrosi camminando a ritroso, come un granchio, sulle tavole della memoria. Una discesa agli inferi che riapre antiche ferite, mai rimarginate. Fino ad arrivare alla ferita originaria. A ciò da cui tutto discende. Nel male e nel bene. Al pozzo nero della sua futura infelicità ma anche, forse, all'involontaria miniera della sua immensa arte. La partecipazione dell'Ingegnere al primo conflitto mondiale (sottotenente nella milizia territoriale, arma di fanteria, V° reggimento Alpini), la disfatta di Caporetto, la detenzione nei campi di prigionia tedeschi e la morte del fratello Enrico, modificheranno per sempre la vita dello scrittore.
Ma il dolore non è mai solo fatto "privato". Anzi. Si fa sempre inesorabilmente "pubblico". Con progressione implacabile, la furia del Gaddus inizia a montare e ad abbattersi, a colpi d'ascia, sul suo Paese - che è pur pronto a difendere con la vita - sul suo popolo e sui suoi governanti».
Lo spettacolo - prosegue Gifuni - «si presenta al pubblico come un atto cognitivo "sacrale" - rituale laico di un consorzio civile che si vorrebbe migliore - utile forse a chiunque, oggi, voglia provare a riannodare i fili di una tela in brandelli. La tela di un Paese chiamato Italia».
L'ingegner Gadda va alla guerra e il suo interprete hanno fatto incetta di prestigiosi riconoscimenti: Premio Ubu 2010 come miglior attore dell'anno, Premio Ubu 2010 come miglior spettacolo dell'anno, Premio dell'Associazione Nazionale Critici di Teatro 2010 per la miglior interpretazione, Premio Le maschere del teatro italiano come miglior interprete di monologo.