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Sabato 10 Marzo 2012 - Libertà

Portal e Sclavis, l'oro del jazz

I due grandi artisti domani in San Savino per il Jazz Fest

piacenza - Due clarinettisti che suonano insieme: da soli, senza accompagnatori, senza piano, senza basso, senza batteria, senza niente. Lo riconosciamo: descritto così, può sembrare un concerto per pochi. A meno che non si tratti di due dei più grandi clarinettisti viventi (anzi, dei più grandi musicisti viventi tout court) che, per una formidabile congiunzione astrale, si trovino insieme a Piacenza e incrocino i loro strumenti.
Tale è il caso del concerto che due mostri sacri come i francesi Michel Portal e Louis Sclavis terranno domani sera alle 21.15 nella chiesa di San Savino in uno degli appuntamenti di maggior spicco nel cartellone della nona edizione del Piacenza Jazz Fest, organizzato dal Piacenza Jazz Fest con il patrocinio del Ministero per i beni culturali e il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, della Regione, della Provincia, del Comune e di sponsor privati). Una serata che nessun vero amante della musica potrà perdersi, a costo di trascinarsi in San Savino con la febbre a 40.
Quello di Portal, così come quello di Sclavis (il primo, in San Savino, suonerà il clarinetto basso ma potrebbe mettere mano anche all'amato bandoneon, lo strumento principe del tango argentino, di cui è un virtuoso; il secondo suonerà clarinetti di vario tipo), è un jazz udibilmente "svincolato" dalla tradizione americana: una "via europea al jazz" (molto, molto francese) in cui gli influssi della musica colta sono molto avvertibili.
Quello di Michel Portal, 77 anni, nato nella cittadina basca di Bayonne nel 1935, è, del resto, un nome che appartiene alla storia della musica classica non meno che a quella del jazz. Ammiratissimo interprete del tradizionale "grande repertorio" (celebri le sue interpretazioni di Mozart e soprattutto di Brahms) e avventuroso pioniere della sperimentazione colta (esecutore prediletto da Boulez, e Stockhausen), compositore di musiche per film che hanno vinto per tre volte il César (l'Oscar francese) è un nome di spicco della più radicale scena impro-jazz europea fin dagli anni Sessanta.
Suo allievo, a buon diritto, può essere definito il cinquantanovenne Louis Sclavis di Lione, forse il clarinettista più famoso (ex aequo con l'afroamericano Don Byron) della scena jazz contemporanea. Dopo un debutto all'insegna del jazz più tradizionale, Sclavis è presto pervenuto a una musica tutta sua, che ha il sapore eccitante del moderno e l'atemporalità dei classici: la sua folta discografia, in cui spiccano i dischi incisi con il suo African Trio (con il contrabbassista Henri Texier e il pianista Aldo Romano) parla la lingua di un jazz che accoglie e rielabora le influenze più disparate, dal rock alla musica da camera, dal folklore francese all'eterno Duke Ellington.
Il programma del concerto piacentino dell'eccezionale duo, a quanto è dato sapere, prenderà spunto in prevalenza da composizioni di Portal. Ma, conoscendo i due, è facile prevedere che sarà l'estro dell'improvvisazione estemporanea a guidare la serata verso territori affascinanti e inesplorati.

Alfredo Tenni

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