Mercoledì 14 Marzo 2012 - Libertà
L'esperto di nutrizione: «Consumare le carni rosse in una dieta equilibrata»
Carne rossa sì, ma con giudizio. Manzo e maiale non provocano danni permanenti, a patto che non si mangi la classica "fiorentina" tutti i giorni, e che li si inserisca nelle giuste quantità in una dieta equilibrata. A sostenerlo è Giacinto Miggiano, professore di Nutrizione umana della facoltà di Agraria dell'Università Cattolica di Piacenza. Il docente, presentato da Mauro Balordi direttore di sede della Cattolica, ha relazionato sul tema: "Quando gli alimenti fanno male. Reazioni avverse (tossicità, allergie ed intolleranze) ", all'auditorium della fondazione di Piacenza e Vigevano, nell'ambito del ciclo di incontri "Martedì appuntamento con la città" organizzati dalla Cattolica. Le recenti notizie apparse sui giornali in merito a uno studio effettuato all'Università di Boston, secondo cui troppa carne rossa sarebbe tanto pericolosa da accorciare la vita, sarebbero da condividere, ma con cautela e comunque non sono certo così catastrofiche.
«La mangiano tutti e può fare male solamente in grandi quantità - ha detto Miggiano -, se la consumiamo in eccesso il nostro organismo se ne accorge dopo pochi giorni e quindi il rischio non si può prolungare. Di certo c'è che tutti i tipi di carne vanno limitati, magari solo due o tre volte la settimana, e la rossa contiene più grassi ed acidi biliari che alla lunga possono diventare nitrogeni. In definitiva, fa bene mangiarne un po' in una dieta molto varia». Questo il leit-motiv su cui il professore ha insistito molto: il primo insegnamento per stare bene mangiando bene è fornire i 48 elementi nutritivi essenziali al nostro corpo mangiando un po' di tutto.
«Le cose giuste per noi le troviamo nelle otto categorie alimentari - ha spiegato - carne, pesce, uova, frutta e verdura, legumi, latte e derivati, tuberi, oli e grassi. Non dobbiamo farci mancare nulla, né eccedere». Altro discorso sono le allergie ed intolleranze alimentari, che riguardano casi specifici di persone che devono per forza evitare alcuni cibi: «Il primo esempio è di chi ha problemi quando introduce nel proprio organismo pesce crudo, latte e poi si sente male. Ma ci sono esempi più gravi». Una di queste è la celiachia, molto diffusa in Italia, che colpisce chi mangia frumento, orzo o avena, prodotti da evitare. A rischio anche chi è allergico al nichel o soffre di fauvismo, intollerante ai legumi. L'ultimo esempio portato da Miggiano è quello dell'alcol, molto particolare. «Non è mai assolutamente innocuo, neppure se poco - ha affermato - ma va vietato solo alle donne incinte ed ai ragazzi".
Gabriele Faravelli