Giovedì 15 Marzo 2012 - Libertà
Cassinari, da Antibes al ritorno a Gropparello
Riflettori sul periodo "marittimo" del grande pittore
di ANNA ANSELMI
E' dedicata al decennio compreso tra il 1950 de La buona pesca e l'inizio anni Sessanta del ritorno sulle colline di Gropparello la mostra Cassinari mediterraneo che, nella rotonda d'onore della Galleria d'arte moderna Ricci Oddi, rende omaggio al grande artista piacentino nel centenario della nascita e nel ventennale della morte. L'esposizione, che verrà inaugurata domani alle 17 al Teatro dei Filodrammatici, in via Santa Franca, e sarà aperta al pubblico nella sede del museo in via San Siro da sabato al 27 maggio, ripercorre "il periodo marittimo di Bruno Cassinari" che il critico André Verdet già nel 1959 aveva identificato come "uno dei migliori della sua opera, uno dei più carichi di poesia mitica, di densità mediterranea".
Il Comitato per il catalogo generale dell'opera di Bruno Cassinari, organizzatore, insieme alla Galleria Ricci Oddi e al Comune di Piacenza, della mostra curata da Marco Rosci, ha scelto dunque di focalizzare proprio questo arco di tempo, così significativo anche per capire lo sviluppo successivo dell'attività del pittore, ma che non era mai stato - evidenzia Rosci - specificatamente indagato. Vi si riferiscono direttamente le stesse due tele della collezione permanente del museo: Finestra sul mare del 1953 e, pervenuta come dono dall'artista, Ritratto di signora del 1954.
Ad aprire l'itinerario sarà però un quadro che si colloca cronologicamente a metà e che sottolinea legami di linguaggio e di soggetto con i lavori precedenti, quando Cassinari aveva ripetutamente immortalato il volto della madre, memore della fascinazione per l'espressionismo condivisa dagli artisti di "Corrente", il movimento al quale il pittore aveva precocemente aderito. In un saggio del 1955 il critico Lionello Venturi racchiudeva eloquentemente le prime due decadi dell'attività di Cassinari tra due ritratti della madre, rispettivamente del 1936 e del 1955, rilevando l'ammirazione del figlio per la forza di carattere e l'energia della donna.
I visitatori della mostra saranno dunque accolti dall'Autoritratto del 1956, che venne esposto per la prima volta al Circolo della Stampa di Milano e nel quale Rosci individua un momento chiave nella ricerca sulla figura umana articolata nei due filoni principali: i ritratti e i grandi nudi, di cui la "Ricci Oddi" propone le icone fondamentali nei formati orizzontale e verticale (quest'ultimo desunto da Amedeo Modigliani). Un'ulteriore declinazione del tema è data dalla modella in atelier.
Il 1956 segnò una data importante anche per la vita personale dell'artista, che si sposò con Enrica Colombo: dall'unione nasceranno i figli Antonio e Giovanna, i quali nel 1993 sono stati tra i fondatori del Comitato per il catalogo generale. Posto dunque questo punto di snodo, la mostra riavvolge indietro il nastro del tempo per condurre idealmente il visitatore nelle estati trascorse da Cassinari ad Antibes, contraddistinte dalla serie delle feste marine, dove permane il metodo di costruzione della tela tramite il colore così tipico dell'artista, che in questo caso può contare su un ancor maggiore senso di libertà nell'ampio orizzonte che si stende tra il cielo e il mare. Al 1950 risalgono tele come Il porto d'Antibes, Ritorno dalla pesca, Partenza per la pesca, oltre al già ricordato La buona pesca: tra il predominante azzurro si affacciano "lampi verdi, rossi, arancioni".
Cassinari aveva confessato a Lionello Venturi: "Credo troppo nel colore del mare, davanti a cui lavoro per tanti mesi". Suggestioni che attraversano tutti gli anni Cinquanta, fino a quadri come Mare profondo, Paesaggio, Le lampare, che insieme a Modella nello studio e Atelier, vennero presentati alla Biennale di Venezia del 1960 e alla prima grande antologica a Darmastadt, in Germania. Gli interni sono trasformati in "colossali intarsi e mosaici", "fra l'oreficeria barbarica e Bisanzio".
"Il decennio è l'entusiasmante laboratorio dei filoni di immagini la cui elaborazione si svilupperà nel trentennio successivo" sintetizza Rosci. Perché vi si ritrovano anche le nature morte e la prediletta Valvezzeno, dove Cassinari deciderà di tornare nel 1962, poco dopo la morte della madre. La memoria della terra padana era comunque già riaffiorata nel Giardino d'inverno del 1952, nella Collina del 1954, poi nelle tonalità verdebrune di Gropparello del 1959, nell'Estate (che non è più marina) del 1961, fino al dipinto del 1964 che suggella l'esposizione, Grano maturo, "sconvolto e sconvolgente omaggio al Van Gogh molto amato dai pittori di "Corrente", "maelstrom padano" precursore delle bufere popolate da galli, contadini, fienili e case a comporre un angolo rurale catturato in un vortice senza requie, senza respiro.
La mostra Cassinari mediterraneo è patrocinata dalla Regione Emilia-Romagna e dalla Provincia di Piacenza, con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, della Camera di commercio di Piacenza e di Banca Generali. Catalogo Tipleco, con testi di: Giovanni Anzani, Silvia Ferrari Lilienau e Rosci.