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Venerdì 16 Marzo 2012 - Libertà

L'arte entra negli spazi sacri

Ne parlano Jannis Kounellis e Giorgio Parmiggiani

piacenza - Nel 2003, in concomitanza con l'avvio del restauro della Cattedrale di Reggio Emilia, la diocesi emiliana decise di affidare importanti aspetti dell'adeguamento liturgico a protagonisti dell'arte contemporanea in un progetto per tanti versi quasi unico nel panorama nazionale e frutto del lavoro di una commissione istituita nel 1999 con l'obiettivo di rendere l'antico edificio conforme alla riforma voluta dal Concilio Vaticano II.
Quell'esperienza verrà illustrata domani alle 17 all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via Sant'Eufemia 12, in un incontro che si pone come momento di riflessione sull'"Arte dello spazio sacro. Una radura tra estetica e liturgia". Interverranno: monsignor Tiziano Ghirelli, teologo, direttore dell'Ufficio diocesano beni culturali ecclesiastici della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla e già membro del Comitato Cei per la valutazione dei progetti a favore dei beni culturali della Chiesa, gli artisti Jannis Kounellis e Claudio Parmiggiani, l'architetto Massimo Ferrari e il critico Eugenio Gazzola, che introdurrà l'iniziativa.
Tematica centrale resta il ruolo e l'identità di una Chiesa che in passato era luogo di devozione e di apprendimento, evidenzia Gazzola, citando come il confronto con le opere d'arte avvenisse in modo ravvicinato e intenso, mentre ora, nelle chiese di nuova realizzazione, quel rapporto sembra diventato problematico forse perché troppo ancorato - argomenta il critico - ai linguaggi tradizionali, della figurazione e della funzionalità. Eppure «i luoghi sacri devono - sottolinea Gazzola - misurarsi con l'estetica contemporanea per tornare a comunicare anche attraverso l'arte».
In Fondazione si vedranno dunque le risposte fornite concretamente da Kounellis e da Parmiggiani chiamati, insieme ai colleghi Hidetoshi Nagasawa ed Ettore Spalletti, a ridisegnare i poli celebrativi del Duomo reggiano, riaperto nel 2011, non senza perplessità e aspre polemiche. Per il padre gesuita Andrea Dall'Asta, del Centro San Fedele di Milano, invece «l'intervento di Reggio Emilia e il metodo seguito, che ha tenuto conto delle indicazioni magisteriali, costituisce una pietra miliare per il dialogo tra arte e fede e una proposta anche per ripensare il ruolo della committenza della Chiesa di oggi».
In particolare Kounellis ha ideato la nuova Cattedra vescovile e Parmiggiani l'altare del presbiterio. L'opera dell'artista di origine greca, tra i massimi esponenti dell'Arte povera, abbina una semplice seduta in ferro a una pedana di vecchio tavolame di legno, richiamando le radici millenarie di un'autorità che poggia salda sulla base di un primato morale.
Anche Parmiggiani, la cui ricerca si muove da metà anni Sessanta in una meditazione originale tra Arte povera e concettuale, ribadisce l'attualità di una tradizione che trae la sua linfa in secoli lontani. Il suo altare è formato dall'accostamento di due blocchi di marmo semilavorati in età romana che alludono alla mensa del Cenacolo e al sacrificio di Cristo per la redenzione dell'uomo consumatosi sul Calvario.

Anna Anselmi

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