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Sabato 17 Marzo 2012 - Libertà

La guerra, emozioni e ricordi nelle pagine di Giulio Cattivelli

Rizzuto: «I suoi scritti sono le scene di un film neorealista»

piacenza - E' un bel libro La guerra di Cat (Edizioni Pontegobbo), l'ultimo lavoro di Stefano Pareti presentato ieri sera all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, presenti, oltre all'autore, il direttore di Libertà Gaetano Rizzuto e presidente dell'Anpi, Mario Cravedi.
Con questo nuovo volume, l'ex sindaco è a tutti gli effetti un padre nobile, un ricercatore tout court di una Piacenza che non esiste più, ma soprattutto lo studioso per antonomasia di Giulio Cattivelli. E come ha sottolineato in apertura il direttore di Libertà Gaetano Rizzuto, «le pagine di Cat sugli anni della guerra, prima, durante e dopo, muovono emozioni e ricordi, sono le scene di un film neorealista e i protagonisti, proprio come nella stagione del Dopoguerra, sono persone normali, con le loro storie drammatiche e paradossali allo stesso tempo, dove dinanzi alla tragedia, quando la paura stringe l'anima e la mente, qualcuno tira fuori il meglio e tanti il peggio».
E sullo sfondo, immancabile, l'odissea e la parabola del fascismo, il lungo e sanguinoso conflitto, la scia di odio e di truci vendette. Centoquarantaquattro pagine per una storia che prende il via nel 1938 e si conclude negli anni immediatamente successivi la seconda guerra mondiale. Giulio Cattivelli questa volta fa i conti con la guerra in casa ed è un Cat poco ironico e più drammatico. «Un grande giornalista - ha sottolineato il direttore di Libertà - un uomo che ha dato tanto con i suoi articoli e con la sua sensibilità, con una scrittura spesso avanti nel tempo che ha toccato le corde della gente».
Ma com'è nato questo libro che Bruna Boccaccia, l'editrice, ha pubblicato con un entusiasmo senza precedenti, perché, come ha scritto nella nota editoriale, "ho sentito il dovere di dare un tributo a un famoso giornalista e ancor di più, a un famoso critico cinematografico piacentino, che ho avuto l'onore di avere come preside, quando io ero una giovane insegnante ancora vagante nelle scuole medie della provincia? "
La risposta è arrivata da Stefano Pareti: «Tutto prese il via da una richiesta del presidente dell'Anpi di Piacenza, Mario Cravedi, che mi chiese un articolo scritto da Cattivelli e apparso su Libertà, inerente dieci giovani ragazzi uccisi barbaramente. Quell'articolo s'intitolava Dieci nomi ed è uno scritto toccante, ricco di contenuti». E quando il presidente dell'Anpi, Mario Cravedi ne ha dato lettura con voce rotta dall'emozione, si è avvertita la capacità narrativa dai tratti cinematografici di Giulio Cattivelli, una forza evocativa spogliata dalla retorica, che fa di Cat, uno dei più grandi giornalisti piacentini del secolo scorso: «Cattivelli - ha proseguito Cravedi - ha dato vita e spessore ai protagonisti di questo lungo racconto, di questa storia che ha radici lontane, ma è tuttora viva, per nulla fuori tempo e può essere pertanto uno stimolo anche per i più giovani».
Ha aggiunto Pareti: «Ne è nato un lavoro che è andata avanti per oltre un anno in cui Giulio Cattivelli ci ha regalato coi tanti pezzi pubblicati su Libertà nell'immediato Dopoguerra e ripresi negli anni successivi, una città allo sbando con la sua gente in miseria e la grande paura che passò soltanto dopo la liberazione della città». Parole piene di sentimento e di verità quelle di Pareti che ha affermato: «In Giulio Cattivelli c'è poca archeologia, ma tanta qualità e tanta contemporaneità nonostante il passare degli anni; questo giornalista resta uno dei grandi piacentini. Le sue pagine sono indimenticabili e incancellabili. Piacenza è la sua "Heimat" - ha concluso - la propria casa, la Piccola patria, questo è bene ricordarlo».
In prima fila la figlia Lorena e in apertura di serata, Daniele Ronda ha voluto rendere omaggio a questo lavoro con l'interpretazione di Bella ciao in dialetto piacentino, sullo sfondo le immagini di una Piacenza devastata dal dolore e dalle bombe.

Mauro Molinaroli

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