Giovedì 23 Febbraio 2012 - Libertà
Prosegue l'indagine sul nostro passato
Saggi storici e rubriche nell'annata 2011 del Bollettino piacentino
di ANNA ANSELMI
Da una parte ci sono i saggi storici (per un totale di oltre 170 pagine nell'ultimo numero, il secondo fascicolo dell'anno CVI), dall'altra le altrettanto consultate rubriche fisse: così il Bollettino storico piacentino, fondato nel 1906 da Stefano Fermi e ora diretto da Vittorio Anelli, continua a proporre, con cadenza semestrale, studi di storia, lettere e arte incentrati rigorosamente, come temi, sull'ambito locale.
Presentando l'annata 2011 all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Anelli - intervenuto insieme a Maria Luigia Pagliani, della Deputazione di storia patria, a illustrare il contenuto dei dodici testi dei fascicoli di gennaio-giugno e luglio-dicembre - ha evidenziato come il periodico rimanga "uno strumento prezioso" per esplorare il nostro passato e si configuri però anche come una testimonianza sull'attività condotta attualmente nel campo della ricerca.
La rassegna bibliografica, a cura di Daniela Morsia, e il notiziario, a cura di Anna Riva, danno infatti conto rispettivamente di tutte le pubblicazioni di argomento piacentino edite nel periodo preso in esame e delle principali iniziative che si sono svolte (mostre, convegni, tesi di laurea), accanto ai necrologi degli studiosi scomparsi. Anelli si è soffermato inoltre sulla vitalità della rivista, diffusa a livello nazionale attraverso le biblioteche storiche e universitarie, oltreché tramite le biblioteche dei centri dell'Italia settentrionale con più di 50mila abitanti alle quali viene inviata. «In questo modo, si riesce ad ampliare la rete dei collaboratori».
Arriva per esempio da Helsinki, nel cui ateneo Enrico Garavelli insegna letteratura italiana, il saggio che apre il nuovo numero del periodico: un'indagine sul prolifico e tribolato soggiorno toscano dell'erudito piacentino Lodovico Domenichi a Firenze dal 1546, dove ebbe modo di coltivare un sodalizio letterario con Benedetto Varchi. I due umanisti condividevano, tra l'altro, l'interesse per la problematica religiosa, destinato però a sfociare in esiti alquanto diversi: il carcere e la pubblica abiura per il Domenichi, traduttore di un opuscolo proibito di Giovanni Calvino, il sacerdozio per Varchi.
Su quale fosse invece lo stato delle arti figurative in città nel Settecento (e nei secoli precedenti) si sofferma Gian Piero Miserotti, mettendo a confronto quanto scritto dall'abate Luigi Lanzi, precursore della moderna storia dell'arte, e dal conte Carlo Carasi, la cui guida era servita al religioso come base per la parte relativa a Piacenza nella sua Storia pittorica dell'Italia, uscita nel 1792. Al di là di considerazioni di carattere generale sull'esistenza o meno di una scuola pittorica locale, sono tre le opere analizzate: la Pietà del genovese Bernardo Castello, nella chiesa di San Francesco, la Vergine con San Giovanni Battista che appare a San Bernardo del sarzanese Domenico Fiasella a Palazzo Farnese e gli affreschi del modenese Camillo Gavasetti nel presbiterio di Sant'Antonino.
Gli altri contributi dell'annata 2011 sono di: Anna Coccioli Mastroviti, Marcella Favero, Luca Ceriotti, Ugo Bruschi, Amedeo Benedetti, Filippo Grazzini, Letizia Scherini Rota Candiani, Susanna Pighi, Irene Botta e Jacopo Franchi. Il Bollettino storico piacentino, edito da Tipleco, è distribuito in abbonamento, per info: Tipleco, tel. 0523.380102, c/c postale 10927291. Singoli numeri sono acquistabili alla Libreria Internazionale Romagnosi, in via Romagnosi, 31/33.