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Mercoledì 22 Febbraio 2012 - Libertà

Crisi economica e spese folli: l'azienda di famiglia va a rotoli

Successo al President per la Filodrammatica Ancaranese

piacenza - Al Teatro President la Rassegna di teatro dialettale, organizzata dalla Famiglia Piasinteina, in collaborazione con La Fondazione di Piacenza e Vigevano e Amministrazione Provinciale, ha ripreso il suo corso, dopo la breve pausa imposta dall'emergenza neve. Lo spettacolo della Filodrammatica Valvezzeno sarà riproposto sabato 14 aprile prossimo, Toot l'onor della Compagnia Famiglia Piasinteina è invece spostato al 5 maggio.
Come da programma la Filodrammatica Ancaranese ha presentato S'è rutt il scatul, tre atti annunciati brillanti di G. C. Buzzi, adattati al piacentino da Mario Peretti. Ancora una volta prevale nel testo la finalità di far ridere delle disavventure dei personaggi caratterizzati secondo stereotipi fin troppo abusati, trascurando l'aspetto umano della vicenda, allorquando, una fortuna troppo rapidamente realizzata, sfuma, spesso sconvolgendo i protagonisti. E' cronaca ricorrente, in un periodo critico, di piccoli imprenditori, costretti al fallimento. Più della crisi economica mondiale, pesano, in casa del fabbricante di scatole Antonio (Adriano Rettagliati), le spese folli della moglie Renata, detta René (Maria Rita Zangrandi). Mentre il capofamiglia si impegna in fabbrica con i suoi operai, consapevole delle responsabilità che il nuovo ruolo comporta, partito dal nulla, la moglie pensa di colmare il divario di posizione da stracciarola a gran signora, moglie di industriale, comprando abiti a dismisura, trattando la povera Giovanna, giovane cameriera un poco impacciata (Silvia Riscazzi) dall'alto in basso, fino a licenziarla per aver rotto due piatti, ebbene sì, di Limoges, proteggendo il figlio Luigi detto Giangi (Stefano Lorenzoni), fannullone, bravo a fracassare auto. Al povero marito, donna René, impone i suoi capricci, le sue velleità di gran dama, spalleggiata dalla sorella Matilde, detta Tilly (Maria Marenghi), che trova il suo tornaconto mettendo sul conto di casa anche le sue spese e acquisti. Il successo economico si conquista a fatica e presto si distrugge, ove non vi sia oculatezza nei comportamenti, difficile da conseguire, facile da perdere, insegna la vicenda del buon capofamiglia. Il dissesto economico è dietro l'angolo e per salvare la produzione si ricorre a partecipare l'attività agli operai. Gli accordi sono presi con il capofabbrica Giulio (Adriano Ballerini), amico dei tempi difficili e fedele anche nella disfatta. L'intervento amico dell'Ufficiale Giudiziario (Renato Marchionni) basterà a placare i creditori, pignorando quel tanto che basta. Unica consolazione del capofamiglia, nel disastro, è la figlia Luisa (Tea Cravedi) che aiuta a concordare la buona uscita dalla situazione. Ancor più della credibilità della vicenda, rozzamente trattata nel testo, si punta alla caricatura, in particolare nelle due donne, moglie e sorella, complici di incredibile lettera anonima annunciante il tradimento della moglie con giovane amante. La morale finale risulta posticcia, dopo tanto spendere. Importante il contributo di Antonella Vercesi, rammentatrice a sostegno della parti. Regia di Lucia Molaschi, costumi di Emilia De Paolis.

Gian Carlo Andreoli

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