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Venerdì 17 Febbraio 2012 - Libertà

Fondazione, investimenti nel mirino

Durante l'audizione di Bacchi pioggia di domande sul fallito tentativo di proroga degli organi e sul caso-Monte Parma. «E' vero che un revisore dei conti mise in guardia da operazioni rischiose?»

Massimo Bacchi, medico ospedaliero e consigliere della Fondazione di espressione comunale (assente l'altro consigliere, Augusto Rizzi) con molta pacatezza - ma poche informazioni sostanziali - ha spiegato alla Commissione consiliare 4 presieduta da Marco Fumi di essere stato incerto sul votare o meno la proroga di un anno degli organismi dell'ente. Peraltro, il presidente Giacomo Marazzi l'ha ritirata a priori, a fronte delle spaccature interne ed esterne che si profilavano. Un tramonto velocissimo. Verrà riproposta? Bacchi lo esclude, ma tradisce il disagio di chi non ha tutte le informazioni del caso. E in effetti ammette di non essere attrezzato ad entrare nel tecnico delle cifre, dei bilanci, delle decisioni strategiche.
Di fronte a Bacchi la commissione comunale è attraversata da dubbi e da vis polemica verso la Fondazione di Piacenza e Vigevano, ovvero la proposta di proroga naufragata e il futuro dell'investimento in Banca Monte Parma (72 milioni di euro nel 2008, con minus-valenze di 42milioni "congelate" nel bilancio 2010, si è sottolineato).
Le domande aperte sulla posizione economica e le critiche sono state bipartisan. Ad alcuni interrogativi potrebbe rispondere la semplice consultazione dei bilanci caricati tutti su Internet, nel sito della Fondazione. Evidentemente pochi consiglieri se ne avvalgono. Mentre mancano informazioni di dettaglio sul piano industriale di Monte Parma.
Di fatto ci si chiede: quant'è la perdita effettiva legata all'investimento in Monte Parma? E perché i consiglieri Bacchi e Rizzi non stendono la regolamentare relazione annuale al Comune (Calo Mazza, Gruppo Misto). Perché si voleva prolungare gli organi, cosa si sarebbe potuto risanare in un anno? (Marco Marippi, Api). Come avrebbe votato il consiglio generale sulla proroga e i dissidenti cosa contestavano, le regole, la situazione economica? (Filiberto Putzu, Pdl). Da Giampaolo Crespoli (Api), l'attacco più frontale e caustico: sulla ricapitalizzazione in Monte Parma («altri 28 milioni dalla Fondazione, mentre oggi tutta Banca Monte vale 60 milioni») e l'illazione più pesante (sulla quale Bacchi si è detto non informato): è vero che un revisore dei conti della Fondazione al primo aumento di capitale avrebbe avvisato per lettera che «era operazione non a basso rischio»? E che dire del fatto che pure dopo l'intervento di salvataggio di Banca Intesa non si divideranno utili per tre anni? Bene solo l'uscita «pubblica dignitosa» di Marazzi dall'ipotesi-proroga.
Per Pierangelo Romersi (capogruppo Pd) la questione Banca Monte non avrebbe giustificato una proroga degli organi e le sue frecciate sono state soprattutto per l'assessore al Bilancio Luigi Gazzola, invece favorevole. Dopo le fibrillazioni per le Primarie: «dopo l'ammonizione verbale, arriva il cartellino giallo» è l'affondo di Romersi verso l'alleato. Critica Giulia Piroli (Pd) sulle scarse erogazioni per i tirocini femminili (30mila euro) e la preoccupazione per il tanto tempo necessario a rientrare dall'investimento.
A margine, Vittorio Silva, segretario Pd, sulla Fondazione ha detto: «Ha prevalso il buon senso, penso che sia buona cosa che gli organismi quando scadono vengano rinnovati, ho apprezzato che con senso di responsabilità sia stata ritirata una proposta che rischiava di essere male interpretata».

pat. sof.

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