Sabato 18 Febbraio 2012 - Libertà
Foti & Fondazione: «Un revisore mise in guardia sui rischi dell'investimento in Banca Monte Parma»
Il parlamentare Pdl,che pubblica su internet il documento: nessuno rispose
(mir) Nel corso della commissione consiliare di giovedì, Gianpaolo Crespoli (Api) aveva parlato di un documento con cui un revisore dei conti aveva ammonito i vertici della Fondazione di Piacenza e Vigevano sui rischi legati al primo aumento di capitale in Banca Monte Parma, di cui l'istituto di via Sant'Eufemia era ed è azionista.
Ieri proprio quel parere è spuntato in internet, precisamente sul sito del parlamentare piacentino del Pdl Tommaso Foti. "Ho avuto questa nota - spiega il deputato - e mi chiedo se anziché parlare per mesi della proposta di prorogare per un anno gli organi della Fondazione non sarebbe stato meglio, nell'interesse di tutti, dare qualche risposta alle osservazioni rappresentate? ".
Ma cosa dice questo documento, firmato da Roberto Zoboli e datato 20 ottobre 2011? "L'investimento in azioni di istituti bancari - si legge al primo punto - non è operazione scevra di rischi e mal si colloca nella tipologia di investimenti a basso profilo di rischio richiesta dallo statuto della Fondazione, nello spirito della massima tutela del patrimonio sociale". Tutto ciò, sostiene il revisore di Vigevano, anche alla luce delle difficoltà del sistema bancario e in particolare di Banca Monte Parma. "Inoltre - prosegue Zoboli - la mancata sottoscrizione lascerebbe immutata la minusvalenza dell'investimento, ma libererebbe 28 milioni di euro per investimenti a rischio bassa, tipologia oggi molto ridotta nel patrimonio della Fondazione". Tra le altre osservazioni, il revisore sostiene che "la difesa dell'investimento in Monte Parma. Anche a costo di un investimento di oltre 50 miliardi delle vecchie lire, sarebbe difficilmente giustificabile: se prima poteva avere senso parlare di ritorno economico per il territorio, con l'ingresso di Banca Intesa è molto più difficile prospettare effetti benefici sull'economia locale. E poi appare assolutamente incompatibile con la natura e le finalità della Fondazione contrarre debiti per l'acquisizione di una partecipazione azionaria". Zoboli suggerisce di aderire solo in parte all'aumento di capitale, scendendo da 15 al 10 per cento nell'azionariato della banca.