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Martedì 21 Febbraio 2012 - Libertà

Forme di vita nel cosmo: dove è arrivata la ricerca

piacenza - Una rassegna interessante e di largo seguito come "Dal nulla al tutto: autobiografia di un universo" - curata dal Gruppo astrofili e sostenuta dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano - deve alternare argomenti scientifici ad altri di presa sul pubblico. Ma Danilo Caldini, anche presidente del Gruppo astrofili, in "Alien", conferenza da lui tenuta nell'ultimo appuntamento moderato da Marco Miserocchi, ha evitato di presentare materiali non suffragati da certezze. Premeva allo studioso fornire notizie basilari per dimostrare - fra passato, presente e fin dove possibile in futuro - una possibile presenza nel cosmo di vita magari come la nostra.
Doveroso un inquadramento storico con fra le altre le scoperte di Hooke (1680) sul microscopio, di Watson e Crick (1953) sul Dna. Fred Hoyle invece sempre sostenne la "panspermia", affascinante teoria che ritiene i semi della vita casualmente sparsi per l'universo ma che Benedetto Croce trovava «sconfortante e vergognosa».
Il relatore ha quindi sviluppato tre argomenti: nel primo ha accennato agli evidenti segni lasciati dall'acqua su Marte grazie ai risultati raggiunti dalla sonda Viking (1976) ma grazie pure al meteorite ritrovato in Antartide e proveniente da Marte.
Nel secondo Caldini ha ricordato che la vita potrebbe esistere su Europa, satellite di Giove, dove si formano maree gravitazionali e vi sono ghiacci spessi fino a 25 km. Invece su Encelado, satellite naturale di Saturno, la sonda Voyager (1981) ha rilevato geyser confermati poi dalla sonda Cassini (2005). Attorno a Gliese 581 sono stati trovati 6 pianeti uno dei quali con caratteristiche simili alla terra e intorno a Corot 7 c'è un satellite quasi uguale alla terra mentre dal 2009 anche il telescopio spaziale Kepler sta cercando pianeti simili alla terra.
Nel terzo lo studioso ha infine ribadito come «per vedere se c'è vita sulla terra, al momento l'unica ricerca possibile sia tentare di intercettare segnali» come ha fatto S. E. T. I. - acronimo di "Search for extra-terrestrial intelligence" (Ricerca di intelligenza extraterrestre) - programma che ha cercato di catturare frequenze campione come quelle delle masse di idrogeno. «Nel 1995 gli Usa sono ripartiti con la sonda Phoenix scandagliando stelle lontano 200 anni-luce ma non ci furono scoperte rilevanti al punto che il responsabile sostenne: "viviamo in un vicinato tranquillo"». Importanti pure gli studi DeGrasse Tyson sulle sfere celesti, i raggi-laser, le onde-radio… Il taglio dato da Caldini all'intervento è risultato dunque efficacissimo avendo tralasciato quelle supposizioni e quei luoghi comuni spesso derivati dalla fantascientifica e che non trovano riscontro nelle ricerche.

Fabio Bianchi

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