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Venerdì 17 Febbraio 2012 - Libertà

La democrazia e la riabilitazione della politica

All'auditorium della Fondazione un incontro sul libro di Ezio Mauro e Gustavo Zagrebelsky

piacenza - Quale distanza separa la democrazia dalla sua definizione ideale alla sua imperfetta incarnazione nell'Italia di oggi? Ed esiste una sorta di precondizione della felicità pubblica - espressa in un contesto di libertà e dunque di democrazia - rispetto alla felicità privata? Temi sui quali s'interrogano Ezio Mauro, direttore de la Repubblica, e il giurista Gustavo Zagrebelsky, docente emerito all'università di Torino e già presidente della Corte costituzionale, dialogando nelle pagine del libro La felicità della democrazia, Laterza, sul quale sono intervenuti l'altro pomeriggio, all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Paolo Rizzi e Marco Tizzoni, nell'ambito di "Cultura all'ombra del Duomo".
L'idea alla base della serie di incontri, introdotti e coordinati da Lucia Rocchi, è proporre all'attenzione libri che servono ad "allargare gli spazi della razionalità". Rizzi ha sinteticamente illustrato i molteplici temi sollevati da Mauro e Zagrebelsky nella loro conversazione, che spaziano dalla questione della laicità all'identità cristiana dell'Europa, dal rapporto tra scienza e fede alle considerazioni su una politica ridotta a pura amministrazione, con riferimento anche alle misure adottate per cercare di risolvere l'attuale crisi economica-finanziaria. Il costituzionalista torinese, a questo proposito, rievoca la figura mitica dell'uroboro, "il serpente che si nutre della sua coda, senza vedere altro, appunto, che la sua coda", per spiegare i meccanismi messi in atto per superare l'emergenza: misure tecniche che però non alterano un modello dimostratosi fallimentare.
L'esposizione procede tra citazioni dei grandi pensatori del passato, ricordi personali relativi alla Torino degli anni della contestazione e del terrorismo (La violenza in casa), fino alla cronaca recente, per arrivare a riaffermare la necessità della democrazia come "regime delle possibilità": "Se non si vedono possibilità, ma solo necessità, se non si apre lo scenario, si perde il senso stesso della democrazia", sottolinea Zagrebelsky, perché onestà, bontà degli amministratori e trasparenza valgono per qualsiasi regime politico e dunque non qualificano di per sé necessariamente il sistema democratico. In gioco c'è "la riabilitazione della politica", dunque dei fini della democrazia, missione affidata alla "tanto bistrattata "società civile"".
Tizzoni ha passato in rassegna l'accoglienza che La felicità della democrazia ha avuto da parte dei recensori. Il prossimo appuntamento, mercoledì 7 marzo alle ore 17.30, verterà sul volume "Il cambiamento demografico. Rapporto-proposta sul futuro dell'Italia", a cura del Comitato per il progetto culturale della Cei (Conferenza episcopale italiana), Laterza editore.

Anna Anselmi

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