Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
  Rassegna Stampa
spazio
  Comunicati Stampa
spazio
  Eventi Auditorium Piacenza
spazio
  Eventi Auditorium Vigevano
spazio
  Comunicazione
spazio

 
Home Page     Rassegna Stampa   


Mercoledì 18 Gennaio 2012 - Libertà

L'arte dell'incisione: ne parlano Missieri e Mortilla in Fondazione

di ANNA ANSELMI
Quattro incontri sull'"Arte dell'incisione. Dal Rinascimento a oggi" sono in programma all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via Sant'Eufemia 12, con inizio alle ore 17. Le conferenze saranno tenute dall'artista Bruno Missieri, docente di grafica all'istituto d'arte "Gazzola", e da Salvatore Mortilla, insegnante e giornalista.
Il primo appuntamento, venerdì, affronterà l'opera di Albrecht Dürer (1471-1528), formatosi nella bottega del padre orafo, attività con più di un tratto in comune con l'incisione, affine per lavorazione alla tecnica del niello, con cui si decoravano a intarsio le superfici metalliche di crocifissi e armature, riempiendo con una lega dal tipico colore nero gli incavi ricavati a colpi di bulino o con l'utilizzo di acidi, come successivamente verrà applicato anche nel procedimento dell'acquaforte. Disegnatore di eccezionali capacità, Dürer ha lasciato straordinarie serie di incisioni, in particolare xilografie - arte perfezionata con il maestro Michael Wolgemut, pittore e tipografo che riscrisse i canoni dell'incisione su legno nella Norimberga del XV secolo - e acqueforti, all'epoca ancora in fase di sperimentazione. Tra i capolavori, il volume illustrato dell'Apocalisse, stampata nel 1498 e in seconda edizione nel 1511, e il trittico dei Meisterstiche, che comprende San Girolamo nella cella, Malacholia I e Il cavaliere, la morte e il diavolo. Quest'ultima immagine ha ispirato nel 1986 lo scrittore Leonardo Sciascia, che nel suo romanzo breve Il cavaliere e la morte, Adelphi, segue i passi di disilluso vice-commissario di polizia, profondamente affascinato dall'incisione di Dürer, onnipresente compagna in un viaggio dove il Diavolo appare "talmente stanco da lasciar tutto agli uomini, che sapevano fare meglio di lui". Ammalato e vicino alla soglia di un commiato senza ritorno, alle prese con un caso che difficilmente vedrà alla sbarra il vero colpevole troppo potente per essere incriminato, il funzionario osserva con una certa inquietudine nell'opera dell'artista "l'aspetto stanco della Morte, quasi volesse dire che stancamente, lentamente arrivava quando ormai della vita si era stanchi. Stanca la Morte, stanco il suo cavallo: altro che il cavallo del Trionfo della morte e di Guernica. E la Morte, nonostante i minacciosi orpelli delle serpi e della clessidra, era espressiva più di mendicità che di trionfo".
Il percorso proseguirà con il seguente programma: il 26 gennaio la lezione su Rembrandt, il 3 febbraio su Francisco Goya e il 9 febbraio su Picasso.

Torna all'elenco | Versione stampabile

spazio
spazio spazio spazio
spazio spazio spazio