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Sabato 10 Luglio 2004 - Libertà

Casati guida il Coro del Municipale: "E' un impegno da brividi"

"Questo Verdi giovanile è tra le opere più difficili per le masse corali"

Dire "giovane Verdi" significa dire molte cose; ma una, forse, più di tutte: grandi, celebri, amatissime pagine per coro. Opera generosa di melodie dalla presa irresistibile, che certo hanno favorito la sua pressoché istantanea popolarità, Ernani conosce ribalte fenomenali per i solisti (Come rugiada al cespite per il primo tenore, Ernani, Ernani, involami per il soprano, Oh, de' verd'anni miei per il baritono) ma soprattutto costituisce, con Nabucco e per certi versi forse persino più di Nabucco, l'apoteosi del trattamento di riguardo che Verdi riserva alle masse corali. Non solo il coro di Ernani è coinvolto a più riprese in quei concertati di elettrica concitazione che diventeranno presto la cifra stilistica forse più tipica di Verdi, ma è interprete di due pagine popolarissime come il ruvido e guascone Evviva… beviam nel primo atto e, soprattutto, Si ridesti il Leon di Castiglia nel terzo: un canto che, per la sua melodia istantaneamente orecchiabile, la sua forte maschilità guerriera e soprattutto il suo afflato patriottico ebbe un clamoroso successo "a scoppio ritardato", diventando uno degli inni della gioventù risorgimentale italiana durante i moti del 1848 (ad aumentare la suggestione contribuiva il fatto che Carlo V, oggetto della congiura di Ernani e Silva nella finzione melodrammatica, era stato imperatore dello stesso impero che ai tempi delle Cinque Giornate era guidato da Francesco Giuseppe…).
La strategica parte corale di Ernani, al Castello di Vigoleno, è in ottime mani: quelle di Corrado Casati, direttore del Coro del nostro Teatro Municipale che sotto la sua guida ha affermato in più occasioni anche "in trasferta" (come nel caso delle tournée delle produzioni della Fondazione Arturo Toscanini) i livelli di eccellenza raggiunti nel corso degli anni. "Ernani è una vera "opera risorgimentale" - commenta Casati - Uno di quei melodrammi in cui Verdi esalta le qualità emotive del canto corale con quei passaggi di arrembante potenza che qualcuno può trovare un po' grezzi ma che di fatto, in teatro, sono sempre irresistibili".
E' un'opera particolarmente difficile per un coro?
"Sì, lo è. Innanzitutto, per la durata dell'impegno che richiede ai cantori: il coro è in scena, quasi costantemente, dal primo al quarto atto. In secondo luogo, per quanto riguarda il coro maschile, c'è un elemento di difficoltà in più: il fatto che i cantori sono spesso fisicamente separati sulla scena perché i registi tendono a valorizzare l'elemento teatrale dividendo, anche nella disposizione sul palcoscenico, gli uomini di Ernani da quelli di Carlo".
Immagino, però, che la difficoltà maggiore stia nelle aspettative che si creano con la popolarità di certe pagine corali.
"E' così: Evviva… Beviam o Si ridesti il Leon di Castiglia, come notorietà, sono seconde solo a Va' pensiero e a O Signore, dal tetto natio. Il pubblico le aspetta con ansia. E tiene il fucile puntato".

a. t.

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