Lunedì 30 Gennaio 2012 - Libertà
Miserocchi spiega la genesi dell'universo
Folto pubblico in Fondazione per la prima conferenza del ciclo "Dal nulla al tutto"
piacenza - Al ciclo di incontri "C'era una volta … il tempo" organizzati nel 2011 dal Gruppo astrofili il pubblico aveva decretato un inaspettato successo. E l'edizione di quest'anno, "Dal nulla al tutto. Autobiografia di un universo", curata dal medesimo gruppo, è iniziata nel migliore dei modi. Esordio con auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano stracolmo, un oratore brillante come Marco Miserocchi, un tema interessante come "Dal nulla al tutto" sulla genesi dell'universo, curiosità e partecipazione nei presenti.
Difficile da sintetizzare un tema assai complesso ma Miserocchi - fisico, conferenziere, anche scrittore come testimonia il volume Omnium. I molti sentieri della realtà. Romanzo quantico (Edizioni Forme libere, Trento, 2011) - vi è riuscito anche con l'ausilio di affascinanti immagini.
La problematica era già sentita nell'antichità soprattutto da Aristotele, poi in età moderna Hubble intuì l'espansione dell'universo e Gamow formulò l'ipotesi del Big-bang. Penzias e Wilson scoprirono (1964) la radiazione cosmica di fondo, il cielo illuminato dai bagliori del Big bang, teoria «in linea con il "Fiat lux" del cattolicesimo - ha detto Miserocchi - nonostante si avesse la consapevolezza di non essere al centro dell'universo ma tra sfere di tempo». Bisognava risolvere "il problema dell'orizzonte": «da una parte e dall'altra vedo le stesse regioni di spazio ma queste non possono mai essere state in comunicazione. La soluzione? ». Viene da Guth (1979) che vede «come, a un certo momento dell'evoluzione, l'universo tergiversi e le due zone s'allontanino perché si sono mescolate all'inizio».
Altro nodo fondamentale è "l'espansione accelerata": «Nel 1998 tre premi Nobel scoprono che le galassie stanno accelerando il moto di allontanamento nonostante la gravità». Inevitabili i riferimenti a "relatività generale" di Einstein e meccanica quantistica: «La gravità deforma lo spazio-tempo per la presenza delle masse. Lo spazio-tempo a quattro dimensioni si contorce nella quinta, acquista plasticità. Le galassie più piccole si gettano nelle più grandi. L'energia ha pressione negativa, dilata lo spazio». Per il "Principio di indeterminazione" di Heisenberg «ci sono grandezze coniugate in cui, fissata una, l'altra scappa. Oltre posizione e velocità bisogna considerare energia (= massa) e tempo». Le fluttuazioni quantiche suggeriscono che «vuoto e nulla hanno energia, il vuoto pesa, si espande, tende a dilatarsi».
Le conclusioni? Vaghe ma suggestive: «Per motivi che nessuno sa nella fluttuazione quantica il nulla ha continuato ad espandersi. L'energia del vuoto condensa, si trasforma in particelle cioè in noi. Siamo prodotti dall'azione del nulla. L'universo continua a crescere per inerzia». Perché il nulla ha cominciato a gonfiarsi? Secondo Miserocchi «l'inflazione eterna si gonfia per sua natura, è un ribollire continuo di bolle e, quando una di queste ha cessato di gonfiarsi, allora è nato il nostro universo. Il "multiverso" è un vuoto, si espande in una prospettiva di eternità ma noi dall'interno lo vediamo infinito, però limitato nel tempo».
Prossimo appuntamento per la rassegna "Dal nulla al tutto. Autobiografia di un universo" del Gruppo astrofili il 3 febbraio, ore 17.45, all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, via S. Eufemia 12, con Gian Piero Schiavi che illustrerà "La nascita del firmamento".
Fabio Bianchi