Martedì 31 Gennaio 2012 - Libertà
Pertite: come avere un parco (urbano) edificabile
di STEFANO PARETI
I meno giovani ricordano che per indicare una situazione politica ingarbugliata che pretendeva di mettere d'accordo il diavolo e l'acqua santa, si usava parlare un tempo di "convergenze parallele". Questa espressione viene alla mente volendo capire quale sarà il futuro della Pertite.
Come sempre quando ci sono di mezzo problemi importanti, il lettore dovrà armarsi di un po' di pazienza; mentre da parte mia cercherò di rendere comprensibile ciò che è complicato.
E' in corso di adozione il Piano Strutturale Comunale (d'ora in poi PSC) che altro non è se non un nuovo modo di chiamare il Piano Regolatore della città. Buon senso vorrebbe che sui suoi contenuti ci fosse un'ulteriore fase di confronto e partecipazione, e che quindi gli atti amministrativi conseguenti venissero deliberati dopo le elezioni del 6 maggio. Ma così pare non sarà.
Lo scorso anno oltre 30mila elettori hanno votato in maniera inequivocabile per trasformare l'area della Pertite in un Parco urbano con un messaggio chiaro e semplice, che gli amministratori comunali avrebbero dovuto accettare senza tentennamenti. Ma così pare non sarà.
Prima, comunque, di alzare bandiera bianca e di arrenderci al volere di chi governa, è bene spiegare i termini del problema.
Nel Documento Preliminare del PSC, al capitolo "Gli ambiti delle Trasformazioni", (da pag. 38 a pag. 47), si trova un sottocapitolo 6.3.2. intitolato "Master Plan per le aree militari di Piacenza". Il Master Plan è lo studio che il comune ha affidato alla Fondazione Politecnico di Milano, inerente la valutazione dell'investimento necessario per la realizzazione del Polo Industriale Militare di Piacenza (d'ora in poi PIMP). Come? Mediante l'utilizzo anche edificatorio delle aree militari presenti in città. Concludendo il sottocapitolo che le riguarda, vengono avanzate alcune indicazioni concernenti, a pagina 47, la Pertite:
-da un lato, al punto 2 si propone "la trasformazione delle aree militari dismettibili, a seguito della localizzazione del nuovo PIMP, secondo le indicazioni degli accordi e tenendo conto di ciò che emerge negli scenari progettuali proposti dal Politecnico per ogni singola area; "
-e al punto 4, invece, si dichiara "di tenere conto della volontà espressa da oltre 30.000 cittadini piacentini di destinare l'area della Pertite a parco pubblico".
Il fatto è che il punto 2 e il punto 4 del documento sono in contraddizione l'uno con l'altro. Se ne ha la controprova leggendo il Master Plan del Politecnico per la parte relativa alla Pertite, nel capitolo "Esplorazioni Progettuali", in cui vengono avanzate tre ipotesi diverse tra loro da un punto di vista planivolumetrico, ma concordi nel destinare in buona parte alla edificazione l'area del Parco.
Le tre ipotesi (Scenari Progettuali) hanno nomi suggestivi ma altrettanto minacciosi: -P1 Il bordo sul Parco; -P2 L'isola nel verde; e -P3 La superficie porosa.
Vediamo cosa ci riservano:
-P1 Il bordo sul Parco, prevede che "si concentri l'edificazione sui bordi dell'area" con edifici da 4 a 6 piani, mantenendo ampie porzioni di bosco e dello spazio aperto esistenti. (Ma non sarà più un Parco pubblico).
-P2 L'isola nel verde, prevede che "la progettazione edilizia si addensi tutta nella parte centrale dell'area, dove oggi esistono gli edifici, mentre il parco e il bosco formano un anello più esterno". Avremo edifici di 2-3 piani o edifici con altezze variabili tra 4 e 6 piani. (Ma non sarà più un Parco pubblico).
-P3 La superficie porosa, "propone un ambiente residenziale inedito, un tessuto poroso composto da case a patio, organizzato per fasce parallele a via Emilia, sulle quali si innestano sequenze di spazi aperti di varia natura ed edifici di servizio, nonché edifici residenziali a 1-2 piani che si alternano ad altri di 4-6 piani". (Ma non sarà più un Parco pubblico).
Va dato atto che il Politecnico si è limitato fornire una risposta al programma comunale di finanziare il nuovo PIMP utilizzando quella destinazione edificatoria delle aree militari che ne era a premessa; e che quindi non ha la responsabilità di scelte politiche che competevano al suo committente.
Resta il quesito iniziale di come si possa accogliere la volontà di 30mila cittadini, nel mentre ci si accinge a votare in Consiglio comunale la coesistenza tra due scelte opposte e contrarie. E pur tuttavia Tertium non datur.
O la Pertite sarà un Parco, o non lo sarà. La terza ipotesi, per concludere facendo ricorso ancora una volta al linguaggio dei tempi andati, la si dovrebbe chiamare " ircocervo", animale mitologico il cui nome si riferiva nel linguaggio politico a cose assurde ed irreali. E allora varrebbe magari la pena che i sei candidati alle Primarie del centro-sinistra facessero conoscere la loro precisa opinione su questo argomento e sulle contraddizioni del PSC, visto che la materia sta a cuore a tanti nostri concittadini.