Domenica 29 Gennaio 2012 - Libertà
«Pertite? Intoccabile nel Psc»
In Fondazione Boatti (Politecnico) e Losavio (magistrato) sulla tutela delle aree: il piano strutturale individui quei beni-valore che non si possono contrattare
«E' doloroso che gli amministratori quasi sempre stiano dalla parte opposta della barricata, mentre dovrebbero stare dalla parte nostra nella difesa del territorio». Così commenta, laconico ma non rassegnato, Domenico Ferrari (Fai Piacenza) dettando il leit-motiv politico e sociale che ha accompagnato la mattinata di lavori di "Invertire la rotta"! ", organizzata stavolta da Italia Nostra e Comitato Pertite con alcune presenze di assoluto rilievo alla Fondazione di Piacenza e Vigevano chiamate a discutere su "Il Piano Strutturale Comunale e il demanio militare a Piacenza".
Dopo gli interventi di Francesco Valenzano di Italia Nostra e di Stefano Benedetti del Comitato Parco Pertite (che ha parlato di ben 1milione e 431mila metri quadrati ancora da attuare con il Prg vigente), Giuseppe Boatti, già docente di progettazione urbanistica al politecnico di Milano, entra nel vivo del dibattito: «Bisogna chiedersi di cosa ha bisogno Piacenza oggi. Non di espansione per 10-20 anni, l'amministratore che dura ancora pochi mesi non pianifica ciò che serve a partire da dieci anni dopo. L'uso di aree militari non è tema maturo - insiste - perché vedremo cambiamenti impressionanti, la situazione finanziaria del Paese è quella che è, il mercato immobiliare è saturo, Piacenza ha 30 mila stanze vuote, cosa serve progettare cubetti sulle aree militari, inventarsi oggi una strategia che dovremmo applicare fra vent'anni? ».
La ricetta di Boatti è quella di evitare errori come ve ne sono di impliciti nello studio chiesto al Politecnico: «Un errore riempire le aree di progettazione, ognuna è diversa, Pertite è il più grande bosco in città e un bosco non si distrugge mai, è un bene inestimabile proprio perché dentro la città non a venti chilometri sulle rive del fiume». Il piano strutturale dovrebbe allora fissare le «invarianti strutturali»: aree, edifici, beni che non si vogliono toccare. «Il resto si disegnerà mano a mano secondo la domanda, questo è l'atteggiamento giusto».
Da parte sua, il magistrato Losavio carica soprattutto sull'ammnistrazione locale la responsabilità di conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico urbano. Purtroppo al presente spesso gli accordi che vengono favoriti dalla legge finanziaria hanno come fine non tanto la tutela quanto la valorizzazione economica: «e tuttavia su questa intenzione di massimizzare il valore economico deve prevalere la tutela, anche se nella prassi abbiamo constatato un cedimento molto diffuso negli stessi organi della tutela, le soprintendenze, che di fronte alle scelte politiche le subiscono, si automortificano e rinunciano all'esercizio dei loro compiti istituzionali. E' fenomeno gravissimo».
Ai lavori durati tutta la mattinata hanno preso parte Maria Pia Romano e Marco Natali (Comitato Pertite), Marina Foschi (Italia Nostra) e i candidati alle primarie Gianni D'Amo e Marco Mazzoli. La raccolta di firme per reintrodurre uno spazio partecipativo nel dibattito sul Psc è a quota 200.
Patrizia Soffientini